La violenza contro i cristiani in Burkina Faso continua senza tregua. A fine gennaio, diversi villaggi della parrocchia di Tansila, situata vicino al confine con il Mali, sono stati colpiti da brutali attacchi terroristici. Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha lanciato un appello urgente alla preghiera e alla solidarietà per le vittime e i loro familiari.
Un popolo che soffre: l’urgenza della preghiera
“Durante la giornata di preghiera, vogliamo ricordare le vittime e i defunti del conflitto, chiedendo conforto per le loro famiglie e pace eterna per coloro che sono morti. I nostri fratelli e sorelle soffrono per bombardamenti, fame, mancanza di elettricità e mezzi. Sacerdoti e religiosi spesso devono viaggiare per giorni per raggiungere le parrocchie più lontane, vivendo situazioni di pericolo ma, nonostante tutto, continuano a svolgere il loro lavoro”, spiega Lynch.
“Ci ringraziano per l’aiuto dei benefattori e ci chiedono: ‘Per favore, pregate per noi, pregate per la nostra sicurezza, pregate per le nostre famiglie, pregate per la nostra gente’, quindi è quello che vogliamo fare”, dice Lynch.
Ancora violenza contro i cristiani: almeno 26 vittime nei villaggi di Tansila
Secondo quanto riferito da Padre Jean-Pierre Keita, il 25 gennaio oltre 200 terroristi hanno assalito i villaggi di Toma, Kellé e Lanfiéra, uccidendo almeno 26 persone, tra cui sei cristiani. Gli assalitori hanno incendiato le abitazioni e costretto gli abitanti a fuggire. Sei giorni dopo, il 31 gennaio, un nuovo attacco ha provocato ulteriori vittime, inclusi diversi cristiani. Tra coloro che hanno perso la vita vi è anche il padre del sacerdote, insieme a numerosi membri della sua famiglia.
La parrocchia di Tansila, che comprende 37 villaggi con una popolazione composta per un terzo da cristiani, è da anni bersaglio di atti terroristici sempre più frequenti e violenti. La comunità cristiana locale vive in una situazione di costante pericolo e sofferenza, mentre le chiese e i luoghi di culto rimangono minacciati.

Preghiera e carità: le uniche risposte possibili alla violenza
Di fronte a questa ennesima tragedia, ACS invita tutti i fedeli a unirsi nella preghiera per i cristiani perseguitati in Burkina Faso e in tutto il mondo. È necessario sostenere nella fede fratelli e sorelle che stanno soffrendo.
Anche un sostegno concreto è fondamentale per aiutare queste comunità a resistere e a mantenere viva la loro fede nonostante le persecuzioni. Tramite i progetti di ACS è possibile portare conforto e speranza a chi è costretto a vivere nella paura e nell’insicurezza.
La situazione in Burkina Faso
Secondo il nostro ultimo rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede, Perseguitati più che mai, la situazione in Burkina Faso è estremamente preoccupante.
Il Sahel centrale – che include il Burkina Faso, il Mali e il Niger – è uno dei focolai dell’attività jihadista in Africa, avendo sperimentato una rapida escalation della violenza estremista dopo l’ascesa di Daesh (ISIS) nel 2015. Una serie di colpi di Stato ha causato, negli ultimi anni, un deterioramento ancor più marcato della sicurezza, determinando conflitti armati in continua espansione ed un’estrema povertà.
I jihadisti hanno usato sempre più spesso i bambini come soldati. Le donne e le bambine della regione sono vittime di uno dei più alti tassi di violenza nel mondo, subendo tra l’altro abusi sessuali e matrimoni forzati in età minorile.
Gruppi terroristici legati ad Al-Qaida e Daesh controllano più del 40% del territorio del Burkina Faso, comprese vaste aree rurali e alcune città nel nord e nell’est del Paese. Più di due milioni di persone – circa il 10% della popolazione – sono state sfollate a causa del conflitto armato in corso.