Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) lancia una campagna di emergenza per la comunità cristiana e per tutti i residenti di Aleppo, in Siria, vittime di una crisi umanitaria sempre più grave a seguito della recente occupazione della città da parte di gruppi di ribelli antigovernativi, alcuni dei quali con chiari orientamenti jihadisti. Sebbene questi gruppi abbiano promesso rispetto, la situazione rimane incerta ed estremamente insicura per le aree contese. Circa 25.000 cristiani sono rimasti ad Aleppo, insieme a migliaia di altre persone intrappolate.
«I servizi di base sono paralizzati, e solo due ospedali sono operativi per i casi critici. Le scorte alimentari sono insufficienti, i prezzi sono saliti alle stelle e la popolazione deve affrontare la duplice minaccia dei bombardamenti e dell’insicurezza sul terreno», spiega Marielle Boutros, responsabile di ACS Internazionale per i progetti in Siria. Congregazioni e vescovi hanno deciso di restare ad Aleppo e la Chiesa locale sta lavorando instancabilmente per consolare e assistere i più vulnerabili. «La gente è in trappola, nessuno può entrare o uscire dalla città. Un medico armeno è stato ucciso da un cecchino e anche un autobus che cercava di partire per Hassake è stato attaccato», racconta Boutros. «I servizi di base sono crollati: le scuole non sono operative e le banche hanno smesso di funzionare, lasciando la gente senza accesso ai propri stipendi».
ACS lancia un appello per raccogliere 350.000 euro per finanziare:
- assistenza medica a sostegno degli ospedali che trattano casi critici e pazienti anziani e cronici
- aiuti agli sfollati attraverso cibo, materassi e coperte per le famiglie sfollate sia ad Aleppo sia in altre zone
- energia solare ed elettrica alternativa
- sostegno alle scuole cristiane di Aleppo.
Philipp Ozores, Segretario generale di ACS Internazionale, ha dichiarato: «Gli attacchi aerei, insieme allo stretto controllo delle fazioni ribelli che hanno conquistato la città, hanno trasformato la sopravvivenza in una lotta quotidiana».