La crisi nella R.D. del Congo continua a mietere vittime. Gli scontri tra i ribelli del gruppo M23 e l’esercito congolese stanno provocando una grave emergenza umanitaria, con milioni di sfollati e infrastrutture devastate. La Chiesa locale denuncia la drammatica situazione, chiedendo il rispetto dei diritti umani e la protezione della popolazione civile.
L’intervento di Mons. Willy Ngumbi Ngengele
Mons. Willy Ngumbi Ngengele, vescovo di Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, con un messaggio inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) è intervento sulla situazione in corso, in particolare nella stessa Goma, mentre infuriano i combattimenti tra i ribelli del gruppo M23 e le truppe governative.
Il presule ha chiesto «l’assoluto rispetto da parte di tutte le parti, e in ogni circostanza, per la vita umana e per le infrastrutture private e pubbliche, in conformità con la dignità umana e il diritto internazionale», e ha sottolineato la necessità di garantire l’accesso ai servizi di base per la popolazione di fronte a questa crisi, ed evitare il flagello della violenza sessuale, che così spesso accompagna i conflitti armati.
Mons. Ngumbi Ngengele ha ricordato anche, fra i diversi incidenti di questa guerra, il bombardamento dell’ospedale General Charity, che ha causato la morte di neonati.

L’aggravarsi della situazione nella R.D. del Congo
La crisi della R. D. del Congo esiste da molto tempo. Padre Marcelo Oliveira, missionario comboniano nel Paese africano da molti anni, ha parlato di «attacchi continui» nella regione, aggiungendo che la situazione umanitaria in Congo è grave e tenderà a peggiorare man mano che la popolazione civile cercherà di fuggire dai combattimenti: «Attualmente ci sono oltre 2,5 milioni di sfollati interni a causa della guerra intorno a Goma».
Secondo il religiosoi ribelli sperano di costringere il governo a negoziare, ma c’è anche il rischio che la situazione sfoci in una vera e propria guerra tra la R. D. del Congo e il Ruanda.

Il dramma degli sfollati
Nel contesto di un Paese con più di 7 milioni di sfollati interni, Mons. Francois Xavier Maroy, arcivescovo di Bukavo, ha lamentato che «da due anni, molti dei nostri fratelli e sorelle non hanno altro che gli occhi per piangere e i piedi per fuggire, a volte senza una destinazione, e anche i campi per gli sfollati non sono sicuri, diversi villaggi sono saturi e altri svuotati della loro popolazione». L’arcivescovo ha anche insistito sul fatto che «nessuna posizione politica o vantaggio economico può essere negoziato sui cadaveri dei propri compatrioti».
L’importanza della testimonianza della Chiesa
Mentre il conflitto infuria, la Chiesa continua a essere una voce di speranza per la popolazione. Attraverso la sua opera pastorale e umanitaria, cerca di fornire aiuti materiali e spirituali agli sfollati e alle vittime della violenza. Tuttavia, la crisi della R. D. del Congo resta drammatica e richiede interventi immediati.
Cosa puoi fare per aiutare
La popolazione della Repubblica Democratica del Congo ha urgente bisogno di aiuti. ACS è impegnata nel fornire sostegno alle comunità cristiane. È possibile contribuire cliccando su “Dona ora”, accompagnando la donazione con la preghiera, per offrire conforto e speranza a chi soffre.