Nella Festa della donna pensiamo alle sorelle cristiane perseguitate

Cara Benefattrice, caro Benefattore,

anche quest’anno, per la Festa della Donna, vogliamo dar voce alle donne cristiane vittime, in alcuni Paesi del mondo, di soprusi, vessazioni e feroci violenze, perché sono donne, perché sono cristiane.

Noi collaboratrici e sostenitrici di Aiuto alla Chiesa che Soffre raccogliamo quotidianamente denunce da tante aree del mondo e l’attenzione della comunità cristiana è fondamentale, considerata la diffusa e inaccettabile indifferenza con la quale reagiscono media e Istituzioni in Occidente. Può immaginare quale sia la disperazione che assale queste donne sapendo che il loro dramma rimane sconosciuto e nessuno – anche il giorno della Festa della Donna – avrà un pensiero per loro.

Pensi a Deborah Samuel Yakubu, una giovane studentessa di 22 anni che studiava in Nigeria allo Shehu Shagari College of Education di Sokoto, quando il 22 maggio 2022 la sua vita è stata tragicamente spezzata dai suoi compagni di classe che l’hanno lapidata perché hanno ritenuto che un messaggio WhatsApp di Deborah fosse blasfemo per l’islam. Qualcuno di noi ha mai pensato che un messaggino possa pretestuosamente motivare il barbaro omicidio di una donna cristiana?

Oppure pensi a Sonia Bibi che di anni ne aveva 24 quando lavorava come donna di servizio in Pakistan. Per lei la morte è arrivata il 30 novembre 2020 quando, mentre aspettava l’autobus a Rawalpindi, un uomo le ha sparato a sangue freddo perché aveva rifiutato di convertirsi all'islam e sposarlo. Quante volte abbiamo pensato che rifiutarsi di rinnegare Cristo possa costare la vita?

Ma non sono solo le giovani a soffrire. Tra le vittime ci sono donne consacrate, catechiste e madri di famiglia, come Ranya Abd al-Masih che è stata rapita e costretta a convertirsi all’islam. La sua storia, come raramente accade, ha avuto un lieto fine e Ranya è potuta tornare dalla sua famiglia.

Anche se sono vicende che accadono a migliaia di chilometri da noi, non possiamo ignorarle. Sono tragedie che si verificano ogni giorno, sfuggendo troppo spesso all'attenzione dei media e del mondo. Donne innocenti, semplicemente perché cristiane, subiscono violenze atroci e discriminazioni inaccettabili.

Per questo intendiamo coinvolgerLa  nella nostra azione di sostegno affinché, grazie a Lei, possiamo offrire loro una speranza, un rifugio e un aiuto vitale per proteggerle e dar loro conforto.

Queste donne cristiane perseguitate Le saranno grate per non averle dimenticate.

Con il cuore colmo di gratitudine per quanto potrà fare, La salutiamo fraternamente.

 

Sandra Sarti
Presidente di ACS Italia

Laura Fioravanti
Loredana Garofalo
Giuditta Papini
Claudia Rango
Paola Rinaldi Poli
Lorena Serafini
Elvira Zito
Collaboratrici di ACS Italia