La violenza delle bande, la migrazione forzata e la povertà continuano ad affliggere Haiti oggi. Il Vescovo di Fort-Liberté, Mons. Quesnel Alphonse ci spiega la situazione di Haiti , parlando di saccheggi da parte delle gang e della crescente influenza dell’Islam. Nel 2024, ACS ha sostenuto la Chiesa di Haiti con oltre 70 progetti (formazione e sostentamento di sacerdoti, religiosi e catechisti, radio diocesane, pannelli solari).

Le parole di Mons. Quesnel Alphonse per descrivere la situazione ad Haiti oggi
Haiti è segnata dall’aumento della violenza delle bande e dal crollo dei servizi essenziali. La situazione sta peggiorando?
Decisamente sì. Se dovessi scegliere una parola per descrivere la situazione, direi “soffocante”. È come se stessimo annegando. Si cerca di sopravvivere. […] La gente si sente persa, è molto povera, vive nella miseria. Questo si ripercuote su tutto il Paese.
Qual è la situazione degli haitiani che si trasferiscono nella capitale Port-au-Prince in cerca di una vita migliore?
Gli abitanti delle campagne, che non trovano soluzioni ai loro problemi nelle zone rurali, sono emigrati a Port-au-Prince, che non è attrezzata per ospitare una popolazione così numerosa.
Tre dei 12 milioni di abitanti di Haiti, oggi, vivono già nella capitale e nei dintorni. Questo rende la miseria ancora più grande. Oltre a ciò, negli ultimi tre anni abbiamo assistito alla nascita di un nuovo fenomeno, quello delle bande. In un solo fine settimana di dicembre, 184 persone sono state brutalmente uccise
Quali problemi causano queste bande?
Gli abitanti delle campagne preferiscono portare i loro prodotti nella capitale, perché lì ottengono prezzi migliori, ma le bande rendono il trasporto più difficile. Ma questo non è l’aspetto peggiore. C’è il fenomeno ripetuto delle famiglie che perdono tutto in una sola notte perché le bande arrivano nei loro quartieri e prendono tutto quello che hanno, occupano le loro case e le costringono ad andarsene. Molte famiglie sono state separate per questo motivo. Il padre potrebbe trovarsi nella Repubblica Dominicana, la madre alle Bahamas e i figli negli Stati Uniti. […]
Conosciamo casi di musulmani che attirano i giovani offrendo loro quasi cento dollari per convertirsi. Sebbene l’Islam sia una religione minoritaria ad Haiti, la sua presenza è in aumento. È triste vedere questi giovani convertirsi per necessità, piuttosto che per convinzione. Molti finiscono per unirsi alle bande per lo stesso motivo.
Cosa offrono le bande? Come reclutano le persone?
Usano anche il denaro, soprattutto nei quartieri più poveri. Ieri ho ascoltato la testimonianza di un giovane che si è unito a una banda. Ha detto di essere orfano, di non avere nessuno e che per questo la sua vita non aveva senso. Le bande danno un senso di appartenenza, e questo è un pericolo. Non è solo un problema finanziario, ma esistenziale. […] A ciò si aggiunge il problema della droga. Sotto l’effetto delle droghe, e per ottenerle, molti giovani sono disposti a fare qualsiasi cosa.
Vuole comunicare qualcosa ai benefattori?
Vorrei esprimere un profondo ringraziamento ai benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre, la cui continua generosità e il cui sostegno negli ultimi anni sono stati fondamentali per noi in un momento così difficile della vita del nostro Paese.

Continuare ad aiutare per garantire un futuro e fermare la crescita delle bande
Considerata la difficile situazione ad Haiti oggi, per evitare che altri giovani si uniscano alle bande è fondamentale agire sull’istruzione e sulla povertà all’interno del paese.
Come ci ha spiegato anche Mons. Bruno Ateba Edo che affronta Boko Haram in Camerun, istruzione e lavoro sono alla base della rinascita e della speranza di queste popolazioni. Per questo puoi sostenere i progetti di Aiuto alla Chiesa che Soffre, in particolare la formazione dei seminaristi di Haiti.