L’ultimo rapporto Perseguitati più che mai sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, valuta la situazione in 18 Paesi in cui le violazioni della libertà religiosa contro i cristiani destano particolari preoccupazioni.
Il periodo in esame va dal 1° agosto 2022 al 30 giugno 2024 e l’analisi intende stabilire se il panorama della libertà religiosa che riguarda i cristiani sia peggiorato rispetto al biennio 2020-2022.
Persecuzioni oggi aumentate del 60%
La ricerca ha mostrato che nella maggior parte delle nazioni la violenza contro e/o l’oppressione sono effettivamente aumentate. In molti, se non nella maggior parte dei casi, questo peggioramento non ha coinvolto l’intero Paese, ma solo regioni specifiche. Perseguitati più che mai 2022-2024 ha rilevato che in oltre il 60% delle nazioni prese in esame, le violazioni dei diritti umani a danno dei cristiani sono aumentate rispetto all’ultimo Rapporto del 2020-2022.
«Chi riesce a ucciderci sa che sarà acclamato come un eroe», ha dichiarato Mariam Lal, un’infermiera cristiana pakistana, perseguitata a causa della sua fede cristiana, che ha raccontato la sua esperienza durante un incontro clandestino con una delegazione di ACS.
Il Rapporto ha messo in luce i fattori che spiegano perché la persecuzione e l’oppressione sono peggiorate non solo nei singoli Paesi ma in tutti i continenti:
- l’epicentro della violenza militante islamista si è spostato dal Medio Oriente all’Africa;
- si è intensificata l’identificazione dei cristiani come nemici dello Stato e/o delle comunità locali.
La persecuzione dei cristiani in Africa
La situazione dei cristiani in Africa sta peggiorando dall’agosto 2022, con la militanza islamista che emerge come principale causa di preoccupazione. Il periodo ha visto una continua violenza jihadista e insurrezionale nell’Africa subsahariana. I cristiani perseguitati non sono le uniche vittime del conflitto armato in queste regioni, ma tendono ad essere bersaglio dei militanti in modo sproporzionato.
In Burkina Faso e in Mozambico, le insurrezioni islamiste contro i cristiani hanno provocato la morte di migliaia di civili e la fuga di milioni di persone. Gli estremisti hanno preso di mira le comunità cristiane in entrambi i Paesi, separandole dai loro vicini musulmani e costringendole, in diverse occasioni, ad andare via dai loro villaggi. In Burkina Faso i territori controllati dai gruppi jihadisti si sono estesi e ora includono circa il 40% del Paese, con le donne cristiane particolarmente a rischio di violenza sessuale da parte dei terroristi.
In Sudan, il colpo di Stato dell’ottobre 2021 e la guerra civile in corso, scoppiata nell’aprile 2023, hanno minato tutti i progressi fatti riguardo alla libertà religiosa. Gli edifici ecclesiastici sono stati confiscati per essere utilizzati dai militari e le comunità cristiane sono state prese di mira dalle forze armate.
Nelle regioni settentrionali e nel Middle Belt della Nigeria, Boko Haram/Stato Islamico Provincia dell’Africa Occidentale (ISWAP) e gli insorti militanti Fulani rimangono attivi. Nonostante la portata delle attività di Boko Haram sia diminuita rispetto al precedente periodo preso in esame, questi gruppi compiono regolarmente massacri e altre atrocità, soprattutto nei confronti dei cristiani.

I cristiani perseguitati oggi in Medio Oriente
Nonostante gran parte della minaccia islamista si sia attenuata, i Paesi del Medio Oriente si stanno ancora riprendendo da anni di guerra e di terrore e in alcune aree le popolazioni cristiane perseguitate si trovano ad affrontare una crescente minaccia alla propria esistenza.
In Siria, la comunità cristiana è stata colpita in modo sproporzionato dalla guerra civile. Se prima dell’inizio della guerra, nel 2011, i cristiani erano più di 1,5 milioni, oggi sono ridotti a 250.000. Nell’aprile del 2024 il Nunzio Apostolico in Siria, Cardinale Mario Zenari, ha dichiarato che ogni giorno 500 cristiani lasciano il Paese.
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In Iraq la popolazione cristiana è diminuita drasticamente durante la brutale occupazione di Daesh e attualmente conta meno di 200.000 fedeli su una popolazione di circa 41 milioni di abitanti, appena lo 0,46%. Questa comunità in diminuzione affronta una significativa pressione sociale e discriminazione, con la conversione dall’Islam ancora vietata per legge.
Il gruppo dei cristiani convertiti è tra i principali bersagli in Iran. Essi sono percepiti come collusi con l’Occidente e accusati di minare il regime islamico iraniano. Sempre più cristiani convertiti vivono in clandestinità e l’evangelizzazione resta illegale. Le adunanze ecclesiali nelle case iraniane si sono diffuse a causa della chiusura delle chiese, della mancanza di autorizzazioni statali per costruirne di nuove e della limitazione dell’accesso a quelle ufficiali per i cristiani armeni e assiri.
Donne e ragazze cristiane sono state vittime di una crescente oppressione da parte dello Stato, a seguito dei disordini scatenati dal caso di Mahsa Amini, donna musulmana morta in custodia dopo essere stata arrestata per aver “violato le regole” che impongono alle donne di indossare il velo.
Le persecuzioni contro i cristiani in Asia
In molti Paesi dell’Asia i cristiani sono una minoranza, il che li rende de facto cittadini di seconda classe, vulnerabili alla discriminazione e all’esclusione sociale.
In Paesi come l’India e il Pakistan questa vulnerabilità può sfociare in attacchi contro individui e chiese, come l’incendio della Grace Community Prayer Hall di Ramanagara, nello Stato indiano del Karnataka, avvenuto nel febbraio del 2024.
Sempre riguardo il Pakistan, durante il periodo preso in esame esperti delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazioni per l’incremento di rapimenti, matrimoni forzati e conversioni coatte dal Cristianesimo, induismo e sikhismo di bambine e giovani donne.
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Il nazionalismo religioso ha giocato un ruolo significativo nel creare problemi con i gruppi nazionalisti Hindutva in India e i gruppi islamisti di linea dura come il TLP (Tehreek-e-Labbaik Pakistan) che vedono le minoranze come una minaccia alla demografia della fede dominante.
In India, la retorica Hindutva spesso sottolinea che la crescita delle minoranze ha danneggiato la popolazione indù. In questi contesti, la politica identitaria militante è l’elemento chiave degli attacchi ai cristiani e alle altre minoranze religiose.
Cosa possiamo fare per aiutare i cristiani perseguitati?
Ignorare la persecuzione dei cristiani significa ignorare «il canarino nella miniera di carbone, per cui ovunque essi siano perseguitati, il diritto alla libertà religiosa è a rischio per tutti. Ovunque essi vengano vessati o incarcerati, detenuti o discriminati, torturati o uccisi, i governi perpetrano o tollerano abusi anche nei confronti di altri».
Per organizzazioni come Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS Italia), la necessità di intervenire a favore della persecuzione dei cristiani è ovviamente una questione di diritti umani fondamentali nonché qualcosa di più profondo come la solidarietà per i fratelli in Cristo. Dopo che la delegazione di ACS in Pakistan ha salutato Mariam Lal e Newosh Arooj, uno degli avvocati difensori ha esclamato: «Se non ascolterete voi la nostra voce, chi lo farà? Saremo semplicemente dimenticati».
Invitiamo tutti a sostenere i cristiani perseguitati attraverso la preghiera e il supporto concreto. Scarica il rapporto completo Perseguitati più che mai per approfondire la situazione delle persecuzioni cristiane oggi.
Puoi anche offrire un aiuto diretto attraverso i Doni di Fede, sostenendo progetti di assistenza alle comunità cristiane in difficoltà: Fai la tua donazione.