Difendiamo dal Covid sacerdoti e religiosi in tre diocesi zambiane

Nei primi mesi della pandemia sembrava che l'Africa ne fosse immune. La seconda ondata del virus, tuttavia, sta colpendo soprattutto la parte meridionale del Continente con la ormai tristemente nota variante sudafricana. Tra i Paesi più colpiti c'è lo Zambia, un Paese impreparato ad affrontarlo. Gli ospedali sono scarsamente attrezzati e c'è molto poco in termini di attrezzature di protezione, capacità di test o strutture di trattamento. Per la maggior parte, solo i pazienti che mostrano sintomi acuti vengono testati. Altri infettati dal virus non vengono identificati e possono quindi continuare a diffondere l'infezione senza controllo. Ad oggi non ci sono ancora vaccini disponibili.

La Conferenza Episcopale zambiana ha lanciato l'allarme per i casi di malattia grave o morte di sacerdoti e religiosi. A gennaio, il Vescovo Moses Hamungole della diocesi di Monze è morto di Covid-19 a soli 53 anni. I sacerdoti e i religiosi sono ad alto rischio di infezione poiché non possono isolarsi con facilità, essendo a contatto con i fedeli per fornire loro sostegno spirituale e materiale. Molte religiose lavorano negli ospedali e si dedicano alla cura dei malati. Un aspetto particolarmente allarmante riguarda il verificarsi di casi di infezione non solo tra i sacerdoti dei centri urbani densamente popolati ma anche tra quelli delle zone rurali remote. Diverse parrocchie sono state temporaneamente chiuse poiché tutti i sacerdoti hanno contratto il virus. 

Urge fornire al clero e ai religiosi un adeguato equipaggiamento protettivo costituito da mascherine, visiere, disinfettanti e altri indumenti, necessari ma molto costosi. I problemi economici derivanti dalla pandemia non hanno risparmiato la Chiesa, la sospensione delle Messe domenicali e la chiusura delle scuole hanno portato a una forte perdita di entrate, vitali per la sopravvivenza delle parrocchie. Così i Vescovi zambiani hanno fatto appello ad ACS per la fornitura di dispositivi di protezione individuale, almeno per quei sacerdoti e religiosi che lavorano nelle diocesi più duramente colpite dalla pandemia. Desideriamo provvedere rapidamente poiché si teme che la stagione più fresca, iniziata ad aprile, possa portare ad un intensificarsi dell’infezione.

Nel corso della pandemia, in dieci diocesi dello Zambia, abbiamo aiutato 1.486 sacerdoti e religiose con dispositivi di protezione individuale, per un totale di 67.400 euro. Ora sono stati promessi altri 24.600 euro per i 538 sacerdoti e religiosi delle tre diocesi di Chipata, Kabwe e Kasama, in modo che possano svolgere il loro ministero pastorale in sicurezza e nel contempo proteggere gli altri.

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