La statua della Beata Vergine, alta circa 90 cm, proviene da Batnaya, una cittadina della Piana di Ninive, in Iraq. Fu violata dai terroristi islamici dell’ISIS nell’agosto 2014. In quel periodo nella Piana furono profanate e semidistrutte oltre 300 chiese, molti cimiteri e monasteri. Alcune statue sacre sono state recuperate, ma in molti casi le comunità cristiane hanno scelto di non rimuovere i segni delle profanazioni, a perenne memoria della persecuzione sofferta.
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Ogni anno, ACS illumina di rosso monumenti e luoghi simbolo per sensibilizzare sul tema della persecuzione dei cristiani. Scopri come il #RedWednesday continua a fare la differenza, coinvolgendo istituzioni e cittadini in tutto il mondo.
Il pellegrinaggio della statua in Italia e come organizzarlo
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha portato in Italia la statua della Beata Vergine Maria oltraggiata e profanata dall’ISIS in Iraq. La scultura mariana, proveniente dalla Piana di Ninive e precisamente da Batnaya, viene offerta alla devozione dei fedeli delle parrocchie italiane che ne faranno richiesta tramite il parroco. Si tratta di un itinerario spirituale che ancora oggi si svolge nelle parrocchie italiane.
Con l’iniziativa vogliamo consolidare il legame fra le comunità cattoliche italiana e irachena, facendo memoria di questa terribile pagina storica per non dimenticare e per diffondere un messaggio di perdono e riconciliazione.
La fede oltre le profanazioni
Statue mariane orrendamente mutilate, icone di Cristo distrutte, immagini sacre usate per il tiro al bersaglio, tombe profanate, chiese, santuari, monasteri, case e negozi messi a ferro e fuoco, oltre ovviamente ai fratelli uccisi o feriti: è questa la scia di morte e odio lasciata dai jihadisti nella Piana di Ninive, in Iraq. La pacifica comunità cristiana locale fu brutalmente scacciata.
La statua della Madonna di Batnaya è testimone di queste barbarie e ha iniziato il suo pellegrinaggio in Italia per continuare a ricordare le sofferenze di un’intera comunità cristiana, per consolidare la fede comune e per pregare a favore della conversione dei persecutori.
Ancora oggi è possibile ospitare la statua e organizzare incontri di testimonianza e preghiera
Vuoi sapere come fare?
Se ti trovi in una regione dell’Italia settentrionale è possibile contattare Maurizio Giammusso
- e-mail: mg@acs-italia.org
- tel: 02 7602 8469
Per l’Italia centro-meridionale è possibile parlare con Loredana Garofalo
- e-mail: acs.siracusa@acs-italia.org
- tel: 0931 412277
(Una volta ricevute le richieste, ACS si riserva di valutare la possibilità di accogliere la domanda).
Dopo la devastazione terroristica, la carità organizzata
Nel luglio 2014 ACS è stata la prima organizzazione ad aiutare sul campo gli sfollati cristiani e da allora ha finanziato quasi 500 progetti per un valore di oltre 56 milioni di euro. A partire dall’invasione jihadista ACS ha sostenuto circa 95.000 rifugiati provenienti da Mosul e dalla Piana di Ninive. Alla fine del 2017 gli aiuti hanno garantito la sopravvivenza di circa 11.800 famiglie cristiane e la scolarizzazione di 7.200 bambini.
Dopo la liberazione dal dominio dell’ISIS, l’attenzione si è spostata sulla ricostruzione. La campagna “Ritorno alle origini”, avviata nel 2017, aveva come obiettivo la ricostruzione della Piana di Ninive. ACS ha sostenuto il restauro di quasi 3.000 case e ha coperto i costi dell’elettricità per le famiglie che tornavano. Nel 2020, circa 40.700 persone avevano fatto ritorno ai loro villaggi.
La fase successiva ha visto la ricostruzione e la riparazione dei 363 edifici ecclesiastici colpiti dalla guerra. Dal 2018 al 2020, ACS ha approvato un totale di 44 progetti per contribuire alla ricostruzione di chiese e cappelle, conventi, orfanotrofi e asili, nonché di locali parrocchiali e comunitari nelle città della Piana di Ninive.
Rinascita a Batnaya: ricostruire l’asilo per i bambini cristiani con l’aiuto delle Suore di Santa Caterina da Siena
Tra i progetti di ricostruzione vi è quello dell’asilo di Batnaya, gestito dalle Suore di Santa Caterina da Siena. Distrutto durante l’occupazione dell’ISIS tra il 2014 e il 2016, è stato ricostruito per ospitare i bambini delle famiglie sfollate che tornavano nelle loro case a seguito della liberazione. Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha sostenuto la ricostruzione di un nuovo edificio di 450 mq su due piani per accogliere bambini in età prescolare e fornire loro la prima formazione cristiana. Il progetto coinvolge l’intera comunità e mira a favorire la rinascita della vita cristiana a Batnaya.
I benefattori di ACS hanno contribuito in modo rilevante all’opera di ricostruzione. Secondo gli ultimi dati disponibili, prima del 2003 la comunità cristiana comprendeva 1,5 milioni di persone. Oggi tale numero si è ridotto a meno di 250.000. Sono 9.176 le famiglie tornate a casa, cioè oltre il 45% di quelle sfollate. Quasi il 57% delle abitazioni è stato ricostruito o ristrutturato.