La situazione in Siria, un paese da anni devastato da conflitti e crisi economica, è allarmante e le sfide continuano a essere enormi. L’aumento dell’inflazione, la penuria di carburante e le diffuse interruzioni di energia elettrica rendono la vita quotidiana quasi ingestibile. A ciò si aggiungono l’incertezza causata dall’instabilità che caratterizza l’attuale fase politica e la minaccia rappresentata dalle frange islamiche estremiste.
Le parole dell’ Arcivescovo Jean Abdo Arbach sulla situazione in Siria

«Non vogliamo altri spargimenti di sangue. Chiediamo unità e riconciliazione. Dopo 14 anni di guerra in Siria, non abbiamo bisogno di un altro conflitto». Sono parole dell’Arcivescovo Metropolita di Homs, Hama e Yabroud dei Greco-Melkiti, Jean Abdo Arbach, il quale descrive così la difficile situazione in Siria dopo la caduta del regime di Assad: «La gente non ha lavoro, mancano cibo e medicine. Molti si chiedono quando finirà, non vedono un futuro e vogliono andarsene».
Il prelato ha aggiunto che ormai è diventato normale vedere persone che vagano per le strade di Homs in preda a gravi disagi psicologici in un’atmosfera di paura, tristezza e solitudine. L’Arcivescovo ha inoltre invocato la revoca delle sanzioni economiche internazionali, che continuano ad avere pesanti ricadute sulla popolazione.
La Chiesa in Siria a servizio del corpo e dell’anima
L’Arcivescovo di Homs afferma: «Stiamo aiutando i nostri fedeli in ogni modo: pagando l’affitto, fornendo medicine, cibo e vestiti, e anche sostenendoli spiritualmente affinché si sentano vicini a Dio: incoraggiamo i cristiani in Siria a rimanere nella loro terra, nel loro Paese, per preservarne le radici, che sono i cristiani. Incoraggio le persone ad aspettare e a restare, perché senza i cristiani non ci potrà essere un futuro per il Paese». Il Metropolita ha infine ringraziato i benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre per tutto il sostegno che assicurano alla Chiesa in Siria.
L’aiuto di ACS ai più fragili
A questo proposito ricordiamo, fra gli altri progetti, il Trust Line Centre di Damasco, fonte di speranza per donne e bambini che hanno subìto violenze e abusi. Il Centro offre assistenza anche alle famiglie della comunità siriana locale e a quelle sfollate, provenienti dalle parrocchie di Damasco e delle zone circostanti.
Le Suore del Buon Pastore, tra le quali vi è Suor Georgina Habash, sono le protagoniste di questo impegno. «L’assistenza psichiatrica e psicosociale è una delle attività umanitarie meno costose. Nonostante ciò, può avere un impatto significativo sulla vita di coloro che ne hanno bisogno», spiega la religiosa.

In Siria oggi, l’assistenza medica è una delle maggiori preoccupazioni delle famiglie cristiane a causa dell’alto costo degli interventi chirurgici (alcuni costano quanto il reddito mensile di 80 persone), della distruzione di molti ospedali e strutture mediche, dell’emigrazione di medici qualificati.
La situazione in Siria è così grave che le famiglie spesso evitano di acquistare medicinali o di sottoporsi a interventi chirurgici per il timore di indebitarsi. Ad Aleppo molte ONG hanno interrotto i loro progetti medici a causa di vincoli finanziari. Tutto ciò che rimane è un’iniziativa, sostenuta da ACS già da diversi anni, gestita dai Vescovi Cattolici di Aleppo, con la quale vengono coperti i costi degli interventi e, in alcuni casi, dei farmaci post-operatori e di quelli per le malattie croniche.
Sostieni il futuro della Siria insieme ad ACS
Ancora una volta, solo la carità lenisce concretamente le ferite dei più sofferenti.
Di fronte a una situazione in Siria sempre più drammatica,ACS ha attivato progetti. Uno di questi riguarda la promozione delle attività in tre scuole cattoliche ad Aleppo e l’assicurazione di istruzione ai bambini e assistenza ai più bisognosi. Aiutaci a portare speranza in un paese dove le persone lottano ogni giorno.