Povertà, insicurezza e la fuga dei cristiani
In collegamento dalla Siria durante una conferenza stampa organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre, Mons. Jacques Mourad, Arcivescovo di Homs dei Siri, ha descritto la difficile situazione del Paese: «Il popolo siriano vive senza dignità e senza fiducia nei propri simili, nel governo e nella comunità internazionale. Questo è diventato un peso enorme sulle spalle della popolazione».
Il prelato ha denunciato la presenza nelle strade di milizie salafite armate e l’atmosfera di sospetto tra i diversi gruppi religiosi, causata dal recente cambio di regime. Molti cristiani, ma anche numerosi sunniti, vivono con disagio e paura. Sebbene non si possa parlare di persecuzione, l’applicazione disomogenea delle regole in diverse zone del Paese genera insicurezza. Famiglie cristiane continuano a lasciare la Siria, non solo per evitare il servizio militare, ma anche per proteggere i propri figli.

Le sanzioni e il ruolo della Chiesa
Mons. Mourad ha sottolineato l’effetto devastante delle sanzioni internazionali: «Dopo il cambio di regime, la maggior parte delle persone ha perso il lavoro e ora non ha mezzi di sussistenza». Secondo l’Arcivescovo, la revoca delle medesime sanzioni potrebbe favorire la diffusione del lavoro, la possibilità di tornare a percepire uno stipendio e quindi il miglioramento delle condizioni di vita.
Nel frattempo, la Chiesa resta una delle poche fonti di speranza per la popolazione. L’Arcivescovo ha ringraziato ACS per gli aiuti ricevuti, indicando la necessità di costruire case, ospedali e scuole, sostenere i giovani che vogliono sposarsi, incoraggiare le famiglie e favorire il ritorno di chi è partito.

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