Dall’8 al 10 maggio a Roma, benefattori e amici di Aiuto alla Chiesa che Soffre da tutto il mondo si sono riuniti in un evento di fede, testimonianza e comunione spirituale. L’inaspettata elezione di Papa Leone XIV ha segnato il momento culminante del pellegrinaggio e ci ha incoraggiato a continuare ad essere “ponti” tra i cristiani sofferenti e i benefattori.
Un pellegrinaggio universale di fede e solidarietà
Un’atmosfera di profonda gioia e costante devozione ha accompagnato le oltre mille persone che, dall’8 al 10 maggio, hanno partecipato al Giubileo della Speranza organizzato da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). Provenienti da decine di nazioni, benefattori, volontari, dipendenti e amici della Fondazione si sono ritrovati a Roma per pregare insieme, ascoltare testimonianze e riflettere sulla missione della Chiesa nei contesti di maggiore sofferenza. Il pellegrinaggio ha incluso Messe solenni, la recita del rosario, la Via Crucis per i cristiani perseguitai, conferenze e racconti di chi vive ogni giorno la realtà della fede perseguitata.
Durante la Messa di apertura dell’8 maggio nella Basilica di San Giovanni in Laterano, ACS ha offerto un libricino del Santo Rosario, appositamente editato con meditazioni per i cristiani perseguitati: un segno concreto per la comunione spirituale con chi soffre per la propria fede.
Al cuore del messaggio cristiano: servire Cristo nei sofferenti
Il momento più significativo dell’evento, inizialmente previsto come un’Udienza con Papa Francesco, è coinciso provvidenzialmente con l’elezione di Papa Leone XIV. Durante la sua prima benedizione da Pontefice, il nuovo Papa ha esortato i fedeli con parole di speranza e pace: «La pace sia con voi! […] Aiutateci a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro […] per essere un solo popolo sempre in pace». Le sue parole risuonano in piena sintonia con il carisma di ACS, fondazione pontificia al servizio dei cristiani perseguitati, discriminati o poveri, che da oltre 75 anni si impegna a costruire un ponte di carità tra i benefattori e i beneficiari. Un ponte che unisce la generosità di chi dona al grido silenzioso di chi soffre, nella certezza che la luce di Cristo continua a brillare anche nelle tenebre più prodonde.

Testimoni di speranza anche dove la Chiesa soffre
Nella Messa conclusiva del 10 maggio, celebrata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il Cardinale Mauro Piacenza ha riassunto la missione di Aiuto alla Chiesa che Soffre: «Assistere Cristo nella sua opera di salvezza […] soprattutto là dove la Chiesa incontra le maggiori difficoltà». Durante i tre giorni abbiamo ascoltato le voci di vittime della persecuzione religiosa in Ucraina, Burkina Faso, Libano e Siria che hanno toccato profondamente i presenti, rendendo visibile la realtà della sofferenza ma anche della fede incrollabile.
L’Arcivescovo John Joseph Kennedy ha ribadito, nell’omelia della Messa di apertura dell’8 maggio, il dovere cristiano della carità concreta: «Siamo chiamati a servire i poveri e i bisognosi». Un appello urgente che ACS raccoglie quotidianamente, offrendo sostegno laddove la fede è più minacciata.