Nel cuore di uno degli Stati più pericolosi del Messico, il vescovo di Chilpancingo-Chilapa, mons. José de Jesús González, guida con coraggio un popolo oppresso dalla criminalità. La Chiesa rimane l’unica voce capace di difendere la dignità umana e di offrire speranza.
Un popolo sotto il giogo del crimine organizzato
In Guerrero la popolazione vive quotidianamente sotto il giogo del crimine organizzato: estorsioni, sequestri, omicidi e regole imposte dalle bande armate hanno trasformato lo Stato in un territorio “sequestrato”. In questo scenario, la Chiesa cattolica in Messico rappresenta spesso l’unico punto di riferimento per comunità prive di difese.
Mons. José de Jesús González, vescovo di Chilpancingo-Chilapa, svolge il suo ministero con coraggio, consapevole che il suo compito non è solo proteggere i fedeli, ma anche guardare con misericordia a chi è smarrito nella violenza: «Sono anch’essi miei figli», afferma. La sua esperienza personale lo conferma: già nella sua precedente diocesi sopravvisse a un attentato armato, episodio che lo ha reso ancora più determinato a non abbandonare il popolo affidato alle sue cure.
La testimonianza della Chiesa in Messico e i rischi affrontati
La testimonianza della Chiesa in Messico non è priva di conseguenze. Sacerdoti, catechisti e leader comunitari sono stati uccisi per aver difeso la dignità delle persone, ma mons. González continua a visitare famiglie, celebrare l’Eucaristia e sostenere iniziative concrete come i centri di ascolto per le madri che cercano i figli scomparsi. «Non possiamo lasciarle sole in mezzo ai lupi che divorano», ricorda. La sua voce è anche un appello alla preghiera e alla vicinanza: «Pregate per noi. Dio non ci abbandona, ma abbiamo bisogno di sentire che ci siete vicini per andare avanti».

Il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre
A questa vicinanza contribuisce anche Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che negli ultimi anni ha sostenuto la diocesi con offerte per le Messe, restauri di conventi e programmi di formazione per il clero. In un contesto segnato dalla paura, tali segni di solidarietà sono linfa vitale per una comunità che resiste alla violenza senza rinunciare alla fede.
Guerrero rimane ostaggio del crimine, ma la Chiesa in Messico, con il sostegno dei benefattori, continua a essere voce profetica e presenza di speranza per un popolo che non vuole arrendersi.
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