Anno: 2025
Regione: Siria
Ieri sera, 22 giugno, un attentato suicida ha devastato la chiesa greco-ortodossa di Sant’Elia, nel quartiere Dwelah di Damasco. La liturgia era appena iniziata: le candele accese, i canti in coro. Poi, il boato. Silenzio. Grida.
Decine di fedeli sono rimasti uccisi o feriti. L’attacco, secondo le autorità siriane, è stato compiuto da un affiliato al gruppo terroristico Daesh (ISIS).
I nostri partner locali stanno soccorrendo i feriti, confortando i sopravvissuti e piangendo insieme ai familiari delle vittime.
In questo momento di dolore, ricordiamo le parole di Christine, una ragazza siriana di 15 anni che aveva già conosciuto la brutalità della guerra, perdendo un piede e la sua migliore amica in un altro attentato:
«Che il Signore li perdoni. È tutto quello che posso dire.»
Oggi non sappiamo se Christine fosse vicina alla chiesa. Ma sappiamo che tanti bambini come lei continuano a vivere nella paura e nella precarietà.
Come ci ha confidato un Vescovo locale:
«La Siria è la culla del cristianesimo. Non possiamo abbandonarla.»
E noi non vogliamo che lo facciano.
Con una donazione oggi, puoi fare la differenza.
I nostri partner sul campo – come il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia – stanno fornendo aiuti di emergenza, cure, riparo e sostegno spirituale. Ma le risorse scarseggiano e il bisogno è urgente.
Scegli di rispondere alla violenza con la carità.
Dona ora per sostenere le vittime, i feriti, le famiglie distrutte da questo attacco. Aiuta a tenere viva la speranza nella terra dove San Paolo incontrò il Signore. Come disse Christine: «Che il Signore li perdoni.»