Un fine settimana buio di persecuzione contro i cristiani
Quindici cristiani sono stati uccisi e due feriti in un attacco contro la comunità cattolica di Essakane, nella diocesi di Dori, in Burkina Faso. L'attacco, avvenuto domenica 25 febbraio 2024, è stato compiuto da terroristi che hanno preso di mira i fedeli durante la preghiera domenicale guidata all'interno di una cappella da un laico, Clemens, ucciso insieme al figlio di appena tre anni. Secondo le informazioni inviate ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) dalla diocesi di Dori, dodici delle vittime sono state uccise durante l'attacco, mentre altre tre sono morte nella clinica locale per le ferite riportate. «In questo momento doloroso - scrive la diocesi burkinabé -, vi invitiamo a pregare per coloro che sono morti nella fede, affinché riposino nel Signore, per la guarigione dei feriti e per la consolazione di quanti sono nel lutto. Preghiamo anche per la conversione di quanti continuano a seminare morte e desolazione nel nostro Paese». La situazione della sicurezza in Burkina Faso è diventata drammatica negli ultimi anni. I cristiani sono particolarmente presi di mira da gruppi terroristici che si ispirano all’estremismo islamico. La violenza nel Paese può essere vista come parte di un conflitto più ampio che coinvolge diversi Paesi della regione del Sahel, tra cui Mali, Ciad, Niger e Nigeria.
Venerdì 23 febbraio 2024 ad Haiti, nei Caraibi, sei religiosi e un sacerdote sono stati rapiti in due distinti episodi verificatisi nella capitale Port-au-Prince. I sei membri della Congregazione dei Fratelli del Sacro Cuore sono stati sequestrati mentre si recavano alla scuola Giovanni XXIII, gestita dall'ordine. È stato rapito anche un insegnante che era con loro. «Di fronte a questo doloroso evento l’istituzione Giovanni XXIII chiude i battenti fino a nuovo ordine», afferma la congregazione in un comunicato inviato ad ACS, aggiungendo che le altre istituzioni dei Fratelli del Sacro Cuore presenti in tutto il Paese continueranno la loro attività. Solo poche ore dopo, sempre a Port-au-Prince, è stato rapito un sacerdote. È stato prelevato dalla sua parrocchia, insieme ad alcuni fedeli, subito dopo aver finito di celebrare la Messa mattutina. Secondo fonti locali è stato liberato lo stesso giorno.
La situazione della sicurezza ad Haiti è drammatica, a causa del totale collasso dello Stato e delle altre istituzioni. Nonostante l'instancabile lavoro svolto dalla Chiesa, il clero e i religiosi non sono stati risparmiati dalla violenza dalle bande armate. Questi ultimi rapimenti sono avvenuti meno di un mese dopo il sequestro di un gruppo di sei religiose, rilasciate la settimana successiva, mentre Mons. Pierre André Dumas, Vescovo della diocesi di Anse-à-Veau/Miragoâne, è rimasto gravemente ferito a causa di un'esplosione mentre si trovava nella capitale. Non è chiaro se tale esplosione sia stata causata da un'attività criminale o da una fuga di gas, in ogni caso il prelato è in condizioni stabili e sta recuperando bene.
Il giorno prima, giovedì 22 febbraio 2024, in Etiopia quattro monaci sono stati rapiti e uccisi da uomini armati. I monaci appartenevano al monastero ortodosso etiope di Zequala, a soli 50 chilometri dalla capitale Addis Abeba. Questa triste notizia è stata confermata dal Dipartimento delle Pubbliche Relazioni della Chiesa Ortodossa Etiope Tewahedo. L'attacco al monastero è avvenuto nel contesto di un violento scontro tra il governo centrale e un gruppo militante nella regione dell’Oromia.
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