Iraq. Sostegno all’Istituto Biblico di Mosul

Immagine di Iraq. Sostegno all’Istituto Biblico di Mosul
La vita quotidiana non è facile in un Paese segnato da ostacoli e circostanze avverse”, come ironizza padre Pio Affas, il direttore dell’Istituto Biblico di Mosul, usando un eufemismo. L’istituto è una delle poche istituzioni pubbliche che non hanno ancora chiuso le loro porte. Lo studio della Bibbia è molto diffuso tra i giovani cristiani. Dalla fondazione dell’Istituto nel 1999, ben 403 studenti hanno frequentato i corsi quadriennali. Molti di loro continuano a mantenere i contatti con il centro di formazione anche anni dopo aver terminato gli studi. “Un ex studente è perfino divenuto uno dei nostri docenti”, racconta padre Affas. Il numero degli alunni è in continuo aumento e, nel 2013, si sono iscritti in 45. “Non avevamo mai raggiunto un numero così elevato”, afferma il sacerdote.   In diverse occasioni, gli studenti dei corsi avanzati presentano i corsi di studio e le pubblicazioni dell’Istituto Biblico ai nuovi arrivati. Ogni anno i loro lavori - ad esempio, quelli di esegesi biblica - vengono stampati. Padre Affas ha chiesto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre di contribuire al finanziamento della pubblicazione dei libri e alle spese per le fotocopie, i libri di testo e gli spostamenti degli studenti. Abbiamo promesso 7.500 euro.   Non lasciate soli gli studenti cristiani in Iraq. Aiutateli, affinché possano proseguire i loro studi, malgrado le avversità.  Fate un’offerta

Iraq. Sostegno alle famiglie delle vittime dell’attentato alla cattedrale di Badgad

Immagine di Iraq. Sostegno alle famiglie delle vittime dell’attentato alla cattedrale di Badgad
Subito dopo l’attentato, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha ricevuto la richiesta di aiuto dell’allora vescovo, mons. Matti Shaba Matoka. “La nostra cattedrale è stata attaccata dai terroristi – scriveva - Due giovani sacerdoti sono morti insieme a più di 50 fedeli. I feriti sono più di 60 feriti, tra cui un terzo sacerdote”.       I sacerdoti assassinati, padre Wasim Sabieh e padre Thaier Saad  Abdal, erano ben voluti da tutti. Qualche tempo prima dell’attentato, padre Thaier aveva dichiarato ad un giornale locale: “In quanto cristiani che seguono l’insegnamento di Cristo, c’è sempre in noi la speranza e questa speranza la trasmettiamo ai nostri figli. Se non ne avessimo, come potrebbero averne i nostri figli?”.     L’arcivescovo Matoka ha chiesto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre a nome di tutte le vittime. Grazie a voi, abbiamo donato già 15.000 euro per l’aiuto pastorale e materiale ai familiari delle vittime.   Continuate ad aiutarli! Fate un’offerta  

Iraq. Pacchi di alimenti per i rifugiati di Zakho, nel Kurdistan iracheno

Immagine di Iraq. Pacchi di alimenti per i rifugiati di Zakho, nel Kurdistan iracheno
Migliaia di cristiani si sono rifugiati nel Kurdistan indipendente, dove hanno sì maggiore sicurezza, ma non hanno lavoro né risorse. Con gli 80-100 dollari mensili donati dal governo curdo ad ogni famiglia di rifugiati, riescono a malapena a sopravvivere. Sono 750 famiglie che vivono in condizioni estremamente difficili ed hanno bisogno del vostro sostegno.          Da alcuni anni, grazie al vostro aiuto, le religiose distribuiscono ai più bisognosi alimenti primari come farina, latte, riso, sale e zucchero. Fino ad oggi avete donato più di 200.000 euro per questi pacchi. E i rifugiati hanno apprezzato particolarmente il vostro gesto, perché sanno che questi pacchi contengono “attenzione e amore”. Questo aiuto è come una goccia nel mare, ma è essenziale per loro.     Il futuro dei cristiani in Iraq è incerto. Sono divenuti dei perseguitati nel loro stesso paese.  Sappiamo che il nostro sostegno e le nostre preghiere li aiutano a continuare a lottare e a resistere. Per questo motivo, qualsiasi gesto è importante per Aiuto alla Chiesa che Soffre. Anche la prossima Pasqua vogliamo aiutare i cristiani perseguitati in Iraq. Un pacco costa tra i 70 e gli 80 euro e sostiene un’intera famiglia.   Dedicate ai vostri fratelli che soffrono le vostre preghiere e i vostri doni! Che Dio vi ripaghi! Fate un’offerta