Fedeli nella prova in Africa

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Siamo a N’Djaména dove l’Opera Buon Samaritano gestisce un ospedale con 150 posti letto Fondata nel 1973 dall’italiano padre Angelo Gherardi, questa Opera assiste i poveri nelle città e nelle campagne del Paese Nell’ospedale, oltre alle cure mediche, è sempre assicurato l’accompagnamento spirituale e il conforto della Santa Messa. Oggi la liturgia viene celebrata in una stanza che può ospitare appena 10 personeLi aiuteremo a costruire una cappella (a fianco l’immagine del progetto) che consentirà ai sacerdoti e alle suore di offrire ai malati il desiderato sostegno spirituale.Il referente del progetto è Padre Hyacinthe Loua superiore della Compagnia di Gesù nella provincia dell’Africa occidentaleSiamo a Kolongo, nella regione del Sahel, dove la chiesa di Santa Maria è stata fondata nel 1946 dai padri dell’Ordine dei Missionari d’Africa Da alcuni anni la parrocchia è affidata ai sacerdoti diocesani che curano decine di villaggi in cui vivono cristiani di diverse etnie Nel Paese i musulmani sono l’88% e dunque la presenza dei ministri di Dio è assolutamente necessaria per preservare il CristianesimoLi aiuteremo a costruire una casa parrocchiale (a fianco la planimetria) che consentirà ai sacerdoti di vivere sul posto, assicurando a tempo pieno il servizio pastorale in villaggi cristiani che ne hanno estremo bisogno.

Il referente del progetto è S.E. Monsignor Augustin Traoré Vescovo di Ségou

LE DONAZIONI PER QUESTE DUE INIZIATIVE POSSONO ESSERE FISCALMENTE DETRATTE O DEDOTTE Per maggiori informazioni visita la nostra pagina web acs-italia.org/bilanci-acs/

 

CIAD, NELLA PARROCCHIA MADRE TERESA DI CALCUTTA COSTRUIAMO LA CAPPELLA PER L’ADORAZIONE

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DOVE SIAMO: il Ciad è uno dei Paesi più poveri del mondo. Situato ai confini del Sahara, è grande quasi quattro volte l’Italia, ma ha meno di un quinto della popolazione del nostro Paese. La sua storia, come quella di molte zone dell’Africa, è stata segnata da guerre civili, carestie e dittature. Negli ultimi anni, anche a causa del confine con la Nigeria, la formazione ultrafondamentalista Boko Haram ha più volte portato attacchi contro obiettivi civili, tentando la destabilizzazione del Paese. IL RUOLO DELLA CHIESA: l’evangelizzazione del Ciad è iniziata negli anni ‘30 ad opera, in particolare, di missionari spiritani e gesuiti. Tra il 1955 e il 1964 sono state erette le quattro diocesi storiche di N’Djamena, Moundou, Sarh e Pala. Con il trascorrere degli anni e l’inculturazione del cristianesimo nella società locale, le parrocchie sono diventate non soltanto il luogo dell’incontro domenicale, ma anche vere e proprie comunità che sperimentano confronto e condivisione. Una delle grandi sfide della Chiesa, infatti, è quella di formare alla convivenza pacifica le diverse etnie presenti nel Paese.        

Una jeep per raggiungere i fedeli!

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Il Ciad è uno dei paesi più poveri al mondo e circa l’80% dei suoi 10 milioni di abitanti vive al di sotto della soglia di povertà. In questo stato dell’Africa Centrale, non è difficile accorgersi che più della metà della popolazione, il 58%, è musulmana. Anche il più piccolo villaggio, infatti dispone di almeno una moschea. I cristiani sono un quarto della popolazione e i cattolici appena il 7,9%. Il restante 16% dei ciadiani appartiene a religioni tradizionali.    La Chiesa Cattolica locale è molto giovane. Se già nel XVII secolo, l’ordine dei Cappuccini cercò di evangelizzare questa regione, è però solo nel 1929 che fu fondata la prima missione a Moundou. Nel 1957 fu ordinato il primo sacerdote ciadiano e solo tredici anni dopo, nel 1970, il secondo. La Diocesi di Moundou si trova nell’estremo sud del paese e secondo i dati dell’Annuario Pontificio 358.000 dei suoi 873.000 abitanti sono cattolici: una percentuale di gran lunga superiore alla media nazionale. Ma nonostante l’alto numero di fedeli, la diocesi conta appena 23 sacerdoti e 8 regolari.    I religiosi della Congregazione della missione, anche detti padri Vincenziani o Lazzaristi, sono presenti nella diocesi di Moundou dal 2011 e si occupano della parrocchia di Bebalem, che comprende 41 villaggi molto distanti fra loro. Fino a poco tempo fa, i tre religiosi avevano a disposizione soltanto due motociclette per raggiungere le diverse comunità, molte delle quali distano tra i 10 e i 30 chilometri da Moundou. Le strade in Ciad sono in pessime condizioni e ogni spostamento è molto pericoloso. Oltretutto alcuni villaggi non sono accessibili durante la stagione delle piogge e così tanti fedeli rimangono per mesi senza alcun sostegno pastorale.   Grazie al vostro aiuto, abbiamo potuto donare ai padri Vincenziani 11.600 euro per l’acquisto di un fuoristrada. Ora possono raggiungere i villaggi più lontani e amministrare i sacramenti anche quando le strade sono gravemente malridotte. E poi la jeep permette finalmente di trasportare più velocemente i malati in ospedale. I padri ci hanno scritto per ringraziarci di cuore, per ringraziare tutti voi!   Ma nel mondo ci sono tantissime diocesi che hanno bisogno di veicoli per la pastorale. I “veicoli per Dio” come li ha definiti il nostro fondatore, padre Werenfried van Straaten. Tantissime diocesi in cui un motoscafo, una piroga, due o quattro ruote in più significano permettere alla Chiesa di prendersi cura dei propri fedeli. Aiutateci! Fate un’offerta!