Aiutiamo i cristiani del Pakistan e del Camerun!

In Pakistan le comunità cristiane continuano a essere fortemente discriminate. Gli esempi di discriminazione sono numerosi, tra cui gli annunci di lavoro pubblici per operatori sanitari, spazzini e addetti alle fogne «riservati ai non musulmani» e le iniziative di protezione dalle alluvioni che non hanno tenuto conto delle comunità cristiane. Anche la persecuzione sistematica rimane un problema grave: ragazze cristiane rapite, ridotte in schiavitù sessuale, costrette a "convertirsi" e a sposare il proprio sequestratore; leggi sulla blasfemia che violano i diritti dei fedeli; folle responsabili di aggressioni e omicidi extragiudiziali; un’educazione sempre più islamocentrica che contribuisce alla discriminazione e agli atteggiamenti negativi verso i membri delle minoranze religiose.

Il Camerun lotta contro i conflitti settari e le minacce terroristiche esterne. Le sfide interne sono rappresentate prevalentemente dagli scontri tra anglofoni e francofoni nelle regioni nord-occidentali e sud-occidentali. La regione dell’estremo Nord del Paese è inoltre destabilizzata dagli scontri tra estremisti armati concorrenti, come Boko Haram e il gruppo scissionista ISWAP. Tra le varie religioni, la comunità cristiana è riconosciuta come la più colpita, con segnalazioni di numerosi civili rapiti dai jihadisti, tra cui donne e ragazze cristiane, spesso abusate sessualmente e costrette a sposarsi con uomini musulmani.

In Pakistan i cristiani fuggono dagli estremisti islamici che bruciano case e chiese

Come avrete letto sui principali giornali o ascoltato dai telegiornali, lo scorso 16 agosto 2023 oltre 1.000 cristiani di Jaranwala, vicino Faisalabad, nel Punjab pakistano, sono stati costretti a fuggire per sottrarsi alle feroci violenze degli estremisti islamici che hanno incendiato e distrutto 21 chiese e cappelle e centinaia di case cristiane.

L’ondata di violenza sarebbe stata scatenata da un presunto atto di blasfemia di due cristiani accusati di aver dileggiato il Corano e insultato il Profeta dell'Islam. L’ennesima  volta in cui la legge antiblasfemia in Pakistan viene usata per giustificare violenze private contro i nostri fratelli nella fede.

Lacrime di tristezza e paura sono state versate domenica 20 agosto mentre, protetti da un imponente cordone delle forze di polizia, una eroica folla di 700 fedeli partecipava alla Messa fuori dalla chiesa di San Paolo, anch’essa data alle fiamme. La celebrazione è stata presieduta in strada da Mons. Indrias Rehmat, Vescovo di Faisalabad.

La Conferenza episcopale cattolica pakistana in un comunicato ha chiesto al governo «non solo di assicurare i colpevoli alla giustizia, ma anche di adottare misure forti per proteggere le minoranze e politiche finalizzate ad evitare che tali incidenti possano verificarsi in futuro». Il comunicato si chiude con una domanda retorica: «Sarà fatta giustizia? È molto triste constatare che le esperienze passate ci dimostrano che non è successo nulla e che tutto è stato dimenticato».

Stessa richiesta è giunta dall’Arcivescovo di Islamabad-Rawalpindi, Mons. Joseph Arshad, che ha definito gli attacchi «un atto ripugnante che contraddice l’essenza stessa della pace, del rispetto e della tolleranza che la nostra nazione si sforza di sostenere» e dall’Arcivescovo di Karachi, Mons. Benny Travas. In una lettera che ha inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre scrive: «ancora una volta abbiamo le stesse vecchie condanne e visite da parte di politici e altri funzionari governativi che esprimono la loro solidarietà alla comunità cristiana», affermando che «”giustizia sarà fatta”, ma in realtà nulla si realizza e tutto viene dimenticato».

La Chiesa ovviamente non si è limitata a denunciare l’accaduto, ma si è subito attivata per fornire anche pacchi alimentari, sapone, articoli sanitari, tazze, piatti e altri beni di prima necessità. Aiuto alla Chiesa che Soffre, da sempre vicina ai fratelli in Pakistan, lancia un appello ai benefattori per aiutare la comunità cristiana pakistana, perseguitata e oppressa. Con i collaboratori locali stiamo individuando, con la maggiore rapidità possibile, gli interventi più urgenti, ma per realizzarli c’è bisogno, come sempre, della preghiera e della carità di ogni benefattore.

Grazie di cuore in anticipo per ogni donazione, piccola o grande che sia, e fraterni saluti.

Aiuto alla Chiesa che Soffre - Italia 

Aiutiamo i cattolici pachistani in ginocchio per le inondazioni

Il Pakistan, e in particolare le sue comunità più povere, innanzitutto quella cristiana, vive tempi tragici dopo che nelle ultime settimane le inondazioni monsoniche hanno devastato gran parte del Paese. Il bilancio provvisorio è di oltre 1.500 morti, diverse migliaia di feriti e più di sei milioni di persone direttamente colpite dagli effetti delle peggiori alluvioni degli ultimi trent'anni. 

Secondo le informazioni inviate ad Aiuto alla Chiesa che Soffre dal Vescovo Samson Shukardin, la situazione nella diocesi di Hyderabad è tragica. Tutte le 19 parrocchie dei 22 distretti della provincia di Sindh sono state infatti gravemente colpite. «Migliaia di famiglie sono circondate dall'acqua e migliaia si sono sistemate ai bordi della strada in condizioni subumane. Non hanno cibo, né acqua pulita, né ripari, né latrine, né strutture igienico-sanitarie. I bambini sono quelli che soffrono di più. Le persone si ammalano bevendo acqua contaminata e la piaga delle zanzare sta diffondendo la malaria e diverse malattie della pelle nelle comunità colpite dall'alluvione», afferma il Vescovo, che si è rivolto ad ACS per ricevere urgentemente aiuto per i propri fedeli. 

«Le persone vivono all'aperto, le loro case sono danneggiate, le strade sono state interrotte dalle inondazioni, le catene di approvvigionamento dei prodotti di base sono gravemente colpite e il rischio di epidemie è imminente a causa dell'acqua stagnante e delle previsioni di ulteriori piogge», spiega l'Arcivescovo di Karachi Benny Travas.  

In risposta a questi appelli, che si uniscono a quelli lanciati da Papa Francesco, ACS intende inviare aiuti di emergenza per un valore di 200.000 euro per consentire alla diocesi di Hyderabad di fornire assistenza urgente a più di 5.000 famiglie. Il sostegno comprende pacchi alimentari per un mese, sussidi in denaro per le famiglie più vulnerabili, unità sanitarie mobili, rifugi temporanei e articoli di base come zanzariere e repellenti contro gli insetti. Oltre a ciò, le chiese e le infrastrutture comunitarie danneggiate devono essere riparate per fornire un tetto alle vittime del disastro. Abbiamo inoltre promesso 30.000 euro all’arcidiocesi di Karachi, al fine di fornire 310 pacchi alimentari e kit per la cucina

Chiunque possa contribuire a questi due progetti di ACS con un’offerta, piccola o grande che sia, donerà speranza a una comunità cattolica prostrata e gravemente sofferente. 

Grazie di cuore a nome dei nostri fratelli del Pakistan e fraterni saluti.

Aiuto alla Chiesa che Soffre - Italia

Covid in Pakistan: aiuti di emergenza per sacerdoti, catechisti e famiglie più bisognose

La Repubblica islamica del Pakistan è stata duramente colpita dalla pandemia di coronavirus e le conseguenze sono ricadute in particolare sulla minoranza cristiana del Paese. Anche in tempi normali i cristiani sono gravemente svantaggiati e discriminati. Appartenendo per la maggior parte alle fasce più povere della società, difficilmente hanno la possibilità di vivere dignitosamente. Molti sono disoccupati e i loro figli sono stati costretti ad abbandonare la scuola. Le agenzie umanitarie locali di solito aiutano solo i musulmani, e anche quelle statali spesso escludono i cristiani e le altre minoranze.

La stessa Chiesa cattolica è stata duramente colpita dalle conseguenze economiche della pandemia. Per molto tempo le chiese sono state chiuse e le raccolte domenicali si sono ridotte al lumicino. ACS vuole aiutare i 40 sacerdoti, 55 catechisti e le famiglie più bisognose della diocesi di Islamabad-Rawalpindi con un contributo di 30.000 euro. La fondazione pontificia intende aiutare anche 1.600 famiglie cristiane bisognose nella provincia del Punjab con altri 30.000 euro. 

Vuoi dare loro un aiuto? 

Un veicolo per il lavoro pastorale nella parrocchia San Pietro a Multan

Padre Javed Khurshid, giovane parroco della Diocesi di Multan, nella regione meridionale del Punjab in Pakistan, presta il proprio servizio sacerdotale nella parrocchia San Pietro che si trova alla periferia della città. L'area della parrocchia comprende una vasta zona rurale, con nove centri periferici ma anche molti altri villaggi, alcuni con pochissime famiglie. Ogni settimana Padre Javed percorre centinaia di chilometri per portare i Sacramenti, visitare i malati, celebrare i funerali e molto altro ancora. In Pakistan, dove i cristiani devono affrontare continue discriminazioni e spesso anche violenze e generalmente vivono sul gradino più basso della società, le visite del sacerdote sono una fonte di speranza e sono attese con entusiasmo dai credenti.

Questo servizio è tuttavia impossibile senza un mezzo di trasporto adeguato e padre Javed ha solo un vecchio veicolo, utilizzato negli ultimi 16 anni dai sacerdoti della parrocchia, che si guasta continuamente. Le continue riparazioni stanno semplicemente consumando denaro e il sacerdote non sa mai se arriverà in tempo a destinazione. Di tanto in tanto usa anche il trasporto pubblico, ma questo è inaffidabile e gli fa perdere molto tempo. 

ACS intende donare 11.500 euro affinché padre Javed possa finalmente acquistare un veicolo nuovo e affidabile e raggiungere in tempo le comunità sparse sul vasto territorio della sua parrocchia.

Aiutaci ad aiutarlo!

Costruiamo un muro di cinta per difendere una chiesa da attacchi terroristici

Costruiamo un muro di cinta per difendere una chiesa da attacchi terroristici

Negli anni recenti in Pakistan si è verificata una serie di attacchi terroristici ai danni di chiese cristiane. I fedeli sono quindi costretti a rafforzare le misure di sicurezza dei luoghi di culto. Anche il governo impone standard minimi di sicurezza, in particolare mura protettive solide  e sufficientemente alte, sormontate da filo spinato e sorvegliate tramite videocamere. Realizzare tali interventi implica tuttavia un carico finanziario eccessivo per molte comunità, perché i cristiani del Paese sono generalmente molto poveri e appartengono agli strati sociali più bassi. 

La parrocchia di Nostra Signora di Loreto, appartenente alla diocesi di Multan, è stata fondata 60 anni fa da missionari domenicani italiani. I parrocchiani non hanno risorse sufficienti per costruire le mura nel rispetto delle indicazioni governative e per questo si sono rivolti ad Aiuto alla Chiesa che Soffre. Vogliamo inviare loro un contributo di 25.500 euro. 

Aiutaci a difenderli dagli attacchi terroristici!

Coronavirus in Pakistan

Coronavirus in Pakistan

Aiuti negati ai cristiani: ingiusto e insopportabile!
 

La risposta di Aiuto alla Chiesa che Soffre
 

1) Aiuti alimentari per 350 famiglie della diocesi di Faisalabad

L’epidemia si è diffusa rapidamente e la chiusura di molte attività ha creato una disoccupazione dilagante che colpisce innanzitutto i cristiani, costretti a svolgere i lavori più umili e mal retribuiti. In tempi di Covid-19 la situazione di questi fratelli è diventata dunque ancor più grave. Davanti alle 28 parrocchie della diocesi di Faisalabad le code di fedeli che chiedono aiuto sono interminabili.

Cosa faremo: abbiamo accolto l’appello arrivato dalla diocesi, la quale distribuirà periodicamente aiuti alimentari a 350 famiglie tra le più bisognose, molte delle quali composte da vedove e orfani. Della consegna saranno incaricati 40 volontari ai quali verranno distribuiti kit anticontagio per la sicurezza personale.

2) Celebrazioni di Messe, secondo le Vostre intenzioni, da parte di 70 Sacerdoti dell’arcidiocesi di Lahore

Le conseguenze dell’epidemia colpiscono anche i Sacerdoti, perché in tempi di Covid-19 i loro fedeli non riescono più ad aiutarli attraverso le offerte per la celebrazione di Messe. I 70 ministri di Dio dell’arcidiocesi di Lahore sono in prima linea per assistere chi è in difficoltà, ma per continuare a farlo anche loro hanno urgentemente bisogno di aiuto.

Cosa faremo: abbiamo accolto l’appello giunto dall’arcidiocesi allo scopo di ricevere donazioni per la celebrazione di Messe secondo le intenzioni dei benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Le Vostre offerte arriveranno a questi 70 Sacerdoti disponibili a celebrare Messe quotidiane, Tridui, Novene e alcune Gregoriane.

ACS, con il Vostro sostegno, aiuterà anche molte altre famiglie cristiane discriminate, povere e minacciate dal coronavirus ad Islamabad, Rawalpindi e nell’arcidiocesi di Lahore. Verranno usati radio e social media, attraverso i quali diffonderemo informazioni utili a prevenire il contagio. Sacerdoti, religiose e catechisti saranno dotati di strumenti di protezione personale. Ai fedeli verranno donate mascherine. ACS sosterrà anche altri Sacerdoti a Karachi grazie alle donazioni per la celebrazione di Messe.

Grazie di cuore!

IN QUARESIMA SOSTENIAMO I CRISTIANI PERSEGUITATI LUNGO LA LORO VIA CRUCIS

Immagine di IN QUARESIMA SOSTENIAMO I CRISTIANI PERSEGUITATI LUNGO LA LORO VIA CRUCIS

Ognuno dei seguenti progetti è dedicato ad uno dei "martiri" della Fede dei nostri giorni.

Per scoprire le loro storie e incredibili testimonianze leggete il numero di Febbraio della nostra rivista, L'Eco dell'Amore.

  Cliccate qui per leggere la rivista!

Prima settimana – per i Cristiani in Algeria pensando ai Martiri di Tibhirine

AIUTIAMO LE SUORE DELL’ANNUNCIAZIONE AD ALGERI

In Algeria la missione delle suore appartenenti a questo Ordine è una goccia nel mare, ma la loro presenza è motivo di speranza per la piccolissima comunità cristiana, che rappresenta appena lo 0,2% della popolazione.

Grazie a quanto donerete, otto suore potranno portare avanti la loro missione in un territorio molto difficile.

Seconda settimana – per i Cristiani in Iraq pensando al vescovo Rahho

RICOSTRUIAMO L’ASILO “SAN GIORGIO” DISTRUTTO DALL’ISIS A BASHIQA

Nel 2014 Bashiqa fu invasa dall’ISIS che la mise a ferro e fuoco, costringendo tutti i cristiani a fuggire. Furono distrutte case, chiese e anche l’asilo “San Giorgio”, che accoglieva oltre 300 bambini, fu quasi raso al suolo.

Grazie al Vostro aiuto i bimbi di 630 famiglie cristiane avranno di nuovo un luogo dove conoscere Gesù.

Terza settimana – per i Cristiani del Centrafrica pensando a suor Leonella

SOSTENIAMO I CATECHISTI A BANGASSOU

Tutte le 12 chiese esistenti a Bangassou hanno subito attacchi e profanazioni. Per poter trasmettere fede e forza interiore ai cristiani tuttora esposti alla violenza degli estremisti, i catechisti hanno bisogno di essere sostenuti.

Grazie al Vostro contributo, potranno partecipare ad incontri di formazione e ritiri spirituali.

Quarta settimana – per i Cristiani in Pakistan pensando ad Akash

COSTRUIAMO UNA CHIESA A LOUISE COLONY, VICINO MULTAN

La chiesa sarà edificata in una zona dove risiedono 150 famiglie cristiane che ora devono percorrere lunghe distanze per raggiungere quella più vicina. Il loro desiderio che vi sia una Casa del Signore a Louise Colony è grande. C’è il progetto architettonico e c’è l’impegno a dedicarsi anche personalmente alla costruzione, ma le risorse sono pochissime.

Grazie al Vostro sostegno sorgerà una nuova chiesa, simbolo della presenza cristiana in un Paese a grande maggioranza islamica.

Quinta settimana – per i Cristiani in Nigeria pensando a Sarah

FORMIAMO 53 SEMINARISTI NELLA DIOCESI DI MAIDUGURI

Questi aspiranti sacerdoti rischiano la vita pur di seguire la loro vocazione. Il seminario si trova infatti nello Stato nigeriano di Borno, dove i cristiani vivono in una condizione di terrore a causa degli estremisti islamici di Boko Haram. La loro formazione poggia su due pilastri: la preghiera e lo studio.

Grazie al Vostro contributo le loro basi saranno ben solide e potranno essere in prima linea nella difesa della presenza cristiana.

 

Milioni di bambini cristiani a rischio

Immagine di Milioni di bambini cristiani a rischio

In alcuni Paesi al mondo essere dei bambini cristiani significa avere meno possibilità degli altri, significa essere discriminati a scuola, essere emarginati. Eppure questi stessi bambini, costretti a pagare un alto prezzo per una religione che in molti casi hanno appena imparato a conoscere, non smettono di insegnarci come vivere coraggiosamente la fede. Nelle terre di persecuzione – in primis in Medio Oriente – i nostri più giovani fratelli nella fede rappresentano l’unica speranza per il Cristianesimo, l’unico antidoto di fronte al rischio che Paesi cristiani da secoli o perfino da millenni, restino privi di fedeli. Un motivo in più per cui è nostra responsabilità sostenerli, aiutarli, alleviare le loro sofferenze.L’asilo delle suore Francescane Missionarie di Maria accoglie i bambini delle famiglie cristiane povere di Kachkoul, Douela e Yaafour, tre sobborghi di Damasco. In un Paese ridotto in macerie, queste suore li riportano alla vita di bambini attraverso il gioco e trasmettendo la fede. Raccontano loro chi è Gesù per cominciare quella formazione cristiana che li fortificherà durante la crescita in un contesto islamico spesso ostile.

PER QUESTI BAMBINI VI CHIEDE AIUTO SUOR RENÉE COUSSA, DIRETTRICE DELL’ASILO

La parrocchia del Santo Rosario di Warispura, vicino Faisalabad, copre un territorio nel quale vivono 250 bambini cristiani. Le loro famiglie, tutte molto povere, chiedono che la parrocchia organizzi corsi di catechismo che con regolarità formino i propri figli alla fede cristiana che ha bisogno di essere ben fortificata in un ambiente islamico emarginante e spesso violento.

PER QUESTI BAMBINI VI CHIEDE AIUTO PADRE PASCAL PAULUS, PARROCO DEL SANTO ROSARIO

La diocesi di Kenama, per trasmettere la fede ai bambini, ha bisogno di libri religiosi e di preghiera realizzati per loro, con immagini e testi semplici. Per questo vuole donare 1.000 Bibbie del fanciullo e 1.000 libretti del rosario ad altrettanti bambini, affinché fin da piccoli conoscano le verità della Parola di Dio e imparino a pregare.

PER QUESTI BAMBINI VI CHIEDE AIUTO S.E. MONSIGNOR HENRY ARUNA, VESCOVO DI KENAMA

 

Doniamo un'auto per la pastorale a Khushpur

Immagine di Doniamo un'auto per la pastorale a Khushpur
La cittadina pachistana di Khushpur si trova a 40 km circa da Faisalabad, nella provincia del Punjab. Ha dato i natali a Shahbaz Bhatti, ministro per le minoranze cristiane ucciso nel 2011 a causa della sua battaglia a difesa di Asia Bibi e contro l’abuso della cosiddetta legge antiblasfemia. A Khushpur è presente una comunità cattolica estremamente dinamica e fervorosa di quasi 8.000 fedeli, tanto più rilevante se si considera che in Pakistan i musulmani rappresentano il 96,3% della popolazione e che l’esigua minoranza cristiana soffre discriminazioni e non di rado violenze. Sacerdoti e catechisti debbono servire gruppi di fedeli dispersi su di un territorio parrocchiale molto vasto. ACS propone pertanto ai propri benefattori un progetto da 9.000 euro per garantire alla Parrocchia di Khushpur un auto per l’attività pastorale.