Aiutiamo i cristiani in Etiopia dimenticati da tutti

In Etiopia, i cristiani sono vittime di violenze brutali, obiettivi di un più ampio conflitto di carattere etnico. Fonti interne al Paese riferiscono come sia le truppe eritree che quelle etiopi abbiano attaccato il clero e gli edifici appartenenti alla Chiesa nella regione etiope del Tigray. Secondo quanto riportato, le truppe eritree sarebbero accusate di condurre una campagna di “pulizia culturale” a sfondo etnico, partecipando a massacri di cristiani etiopi, come quello avvenuto ad Aksum, e distruggendo antichi monasteri ed edifici appartenenti alla Chiesa. 

Nel maggio 2021, Abune Mathias, Patriarca della Chiesa Ortodossa Etiope Tawahedo, ha dichiarato che il governo etiope, con l’aiuto delle forze eritree, «vuole distruggere il popolo tigrino», interrogandosi inoltre sul perché l’Etiopia voglia «decretare il genocidio del popolo della regione». Nello stesso mese, ad Aiuto alla Chiesa che Soffre è stato riferito che alcune religiose erano state violentate nel corso degli attacchi nel Tigray. 

Fonte: Perseguitati più che mai, p. 10

 

In Etiopia ACS vuole diffondere l’apostolato biblico

L'Ordine sacerdotale dell'Imitazione di Cristo è stato fondato nel 1919 nel Kerala in India. Dal 2009 è presente anche nel Corno d'Africa. L'Ordine conta infatti tre monasteri in Etiopia, nella diocesi di Endibir e nel vicariato apostolico di Nekemte. I Padri curano sei parrocchie, dedicandosi specialmente all'apostolato biblico, alla catechesi per adulti e bambini, alla preparazione ai Sacramenti e alla formazione dei catechisti. Traducono le Sacre Scritture e i libri liturgici e catechetici nelle lingue locali. Ritengono particolarmente importante che ogni famiglia abbia una copia delle Scritture e sia incoraggiata a leggere e meditare la Parola di Dio.

I benefattori di ACS li hanno già aiutati una volta, nel 2019, e secondo Padre Matthew Augustine questo sostegno ha portato buoni frutti, perché si è verificato un netto incremento dei fedeli che partecipano alla Messa. Ci sono anche molte persone che chiedono il battesimo e molte altre che sono già state battezzate. È bello vedere tanti genitori che ora portano i loro bambini per essere battezzati.

Ancora una volta i Padri ci hanno chiesto aiuto, affinché ogni famiglia che si avvicina alla fede cattolica riceva una copia delle Sacre Scritture. I religiosi hanno in programma anche la pubblicazione del Catechismo in due delle lingue locali. 

ACS vuole inviare loro 6.600 euro. Vuoi contribuire anche tu? 

In Etiopia ACS sostiene l’apostolato giovanile e familiare dei Salesiani della parrocchia di Adwa

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  • Il 58% dei circa 100 milioni di etiopi è cristiano ortodosso di rito etiope. I cattolici rappresentano il 2% scarso della popolazione, nonostante la Chiesa Cattolica provveda a un gran numero di scuole, asili e centri di assistenza sociale. Per fare un esempio, i Salesiani di Don Bosco prestano il loro prezioso servizio in 5 diverse regioni della nazione, aiutando in particolare i giovani disadattati.

  • La parrocchia di Nostra Signora Aiuto dei Cristiani di Adwa, nello stato regionale del Tigrai, è retta proprio dai Salesiani e serve una piccola comunità di circa 220 cattolici, la maggior parte dei quali vive alla giornata, con un reddito mensile medio familiare che, convertito in dollari, oscilla fra i 35 e i 70 $, cioè il minimo per sopravvivere.

  • ACS sta raccogliendo per loro 14.875 euro per il 2020. Vuoi aiutarli insieme a noi?

 

Grazie di cuore!

   

Per i cattolici dell'Etiopia!

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La parrocchia della Santa Croce del villaggio di Dhadim è situata in un’area remota e sottosviluppata dell’Etiopia meridionale. Circa 5.000 dei 9.000 etiopi presenti nel territorio parrocchiale sono cattolici. Un numero crescente di persone chiede il Battesimo, due ragazze hanno manifestato la vocazione alla vita religiosa, cinque ragazzi a quella sacerdotale. Nelle attività parrocchiali sono ordinariamente coinvolti circa 250 giovani. Grazie ai benefattori di ACS, fra i 65 e i 100 giovani ogni anno prendono parte a un programma pastorale di tre giorni. Sempre attraverso gli aiuti della nostra fondazione pontificia la parrocchia è in grado di aiutare le coppie già sposate e successivamente convertitesi al cattolicesimo, consentendo loro di ricevere il sacramento del Matrimonio. Anche quest’anno ACS vuole sostenere questa vitale e dinamica parrocchia etiope con un contributo di 5.000 euro.  Verranno usati per la formazione di catechisti, per le attività dei giovani e per favorire i matrimoni di quanti si sono convertiti al cattolicesimo! Aiutaci ad aiutarli donando ora! Grazie di cuore!
 

Aiutiamo i giovani cristiani in Etiopia

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Come dimostrato dall’esperienza, in Etiopia i giovani coinvolti nelle attività della Chiesa locale sono meno propensi di altri ad abbandonare la propria patria per diventare migranti. In 15 parrocchie dell’Arcidiocesi di Addis Abeba, specie nelle regioni più remote e sottosviluppate, ACS sostiene l’apostolato dei giovani finanziando molteplici attività. Stiamo raccogliendo per loro 10.000 euro. Vuoi aiutarci ad aiutarli? Dona ora per i fratelli cristiani etiopi!  

COSTRUIAMO UNA CASA DEL SIGNORE IN ALGERIA E IN ETIOPIA

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L’Algeria ha antichissime origini cristiane – Sant’Agostino fu vescovo di Ippona – ma la presenza cristiana è andata progressivamente diminuendo fino ad essere oggi lo 0,2% su 35 milioni di abitanti. La Chiesa di Algeria ha pianto numerosi martiri: nel solo biennio 1994-1996 sono stati 18 gli assassinati per la loro fedeltà a Cristo. Tra di essi i sette monaci trappisti uccisi nel marzo 1996 dopo essere stati rapiti a Tibhirine. Pochi mesi dopo venne ucciso il vescovo di Orano, Pierre Claverie.CON IL NOSTRO AIUTO COSTRUIRANNO UNA CAPPELLA – La piccola comunità cattolica della città di Skikda è stata impegnata sei anni nella trasformazione della vecchia canonica della parrocchia di Santa Teresa di Lisieux in un centro pastorale multifunzionale. L’edificio è stato completamente rifatto e ora è arrivato il momento di costruire una cappella, come scrive ad ACS il parroco padre Bernard Jobert. Questo luogo di Dio sarà realizzato proprio mentre ad Algeri è in corso la costruzione di una moschea che ospiterà 100mila fedeli e avrà il minareto più alto del mondo. Se si costruisce un edificio che per l’islam ha valenza politico-religiosa, a maggior ragione va garantita ai Cristiani la libertà di pregare pubblicamente. La cappella sarà, quindi, il luogo di preghiera dei cattolici locali.L’Etiopia è sede di una delle più antiche comunità cristiane del mondo (nel IV secolo aveva adottato la religione cattolica come religione ufficiale). La Chiesa cattolica è una realtà oggi statisticamente minoritaria, essendo solo l’1% della popolazione. Nonostante questo la Chiesa è un fattore di costante rigenerazione del tessuto sociale e umano, soprattutto attraverso le scuole (sono 360) frequentate non soltanto da cattolici, ma anche da ortodossi e musulmani.CON IL NOSTRO AIUTO COSTUIRANNO UNA PICCOLA CHIESA IN MURATURA - La minoranza di etnia Manja, che vive ad Arguba nel vicariato apostolico di Jimma-Bonga, subisce la discriminazione, non solo religiosa, perpetrata dalla maggioranza. La Chiesa ha costruito per i 2.000 cattolici Manja un asilo e una scuola elementare, ma non ancora un luogo di culto che sostituisca la capanna di fango, paglia e legno dove oggi i fedeli si riuniscono per pregare. Topi e termiti, pioggia e vento, li costringono a ricostruire la loro chiesa ogni due anni. La piccola comunità locale vuole ora costruirne una in muratura nella quale possa essere celebrata la Santa Messa e possano essere dignitosamente custodite le vesti liturgiche, i libri sacri e i calici. Il coordinatore pastorale, padre Aklilu Woldeghiorgis, che ha scritto ad ACS, ha raccolto le adesioni dei parrocchiani che contribuiranno ai lavori di costruzione.

Costruiamo un alloggio per il parroco di Itang

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  Il Vicariato Apostolico di Gambella si trova nell’Etiopia occidentale, al confine con il Sud Sudan, in un’area poverissima e sottosviluppata dove i bambini sono visibilmente malnutriti. Come in molte altre zone povere del mondo, anche qui il sostegno della Chiesa Cattolica alla popolazione è fondamentale. Al punto che in molti esclamano: “Quando arriva la Chiesa Cattolica tutto fiorisce. Dove c’è la Chiesa, c’è acqua. L’acqua del governo è inquinata, ma quella che porta la Chiesa è pura e potabile. Amiamo il vostro Dio. Per favore, venite anche qui!”. La Chiesa non ha portato soltanto l’acqua a Gambella, ma anche mulini per la macinazione del grano, scuole materne e sostegno allo sviluppo agricolo. I sacerdoti si impegnano fortemente anche nel promuovere la riconciliazione tra le diverse tribù locali, spesso in lotta tra loro.   Anche gli abitanti di Puol vorrebbero che la Chiesa arrivasse da loro, ma purtroppo il piccolo villaggio è pressoché irraggiungibile. L’unica strada esistente è assai difficile da percorrere e nella stagione delle piogge, quando il fiume Baro straripa, gli abitanti di Puol sono davvero tagliati fuori dal mondo per oltre quattro mesi. Durante questo periodo, l’unica visita che ricevono è quella del parroco, padre Desalegn Desale, che riesce a raggiungere il villaggio grazie al suo gommone.   Con il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre, la comunità cattolica di Puol ha finalmente una sua cappella. Fino allo scorso anno i fedeli dovevano riunirsi sotto gli alberi, ma ora hanno finalmente un luogo dove assistere alla Santa Messa, pregare, frequentare il catechismo e partecipare alle altre attività. Al momento, oltre 120 persone si stanno preparando a ricevere il sacramento del Battesimo. Padre Desalegn Desale vive nella città di Itang, ma si sposta spesso per raggiungere le tante piccole comunità che abitano le località più remote. Non è però semplice percorrere per tanti chilometri strade mal ridotte o percorsi di fortuna e padre Desalegn avrebbe bisogno di un alloggio a Poul che gli permetta di fermarsi per qualche giorno e di avere un punto d’appoggio per visitare i villaggi vicini.   Gli abbiamo promesso 25.000 euro.   Aiutate anche voi questo coraggioso sacerdote a portare avanti la sua missione. Fate un’offerta!   Per saperne di più sulle difficoltà della Chiesa in Etiopia leggete qui