In Perù formiamo 17 seminaristi

Il vicariato apostolico di Yurimaguas copre un vasto territorio di oltre 70.000 km². Tra coloro che vi dimorano vi sono vari gruppi tribali indigeni, la maggior parte dei quali vive in profonda povertà. Generalmente i loro piccoli insediamenti lungo il fiume sono costituiti da semplici capanne e sono accessibili solo per via fluviale. Le strade sono quasi inesistenti e l'unica assistenza medica ed educativa che ricevono proviene interamente dalla Chiesa. I sacerdoti presenti sono tuttavia troppo pochi per servire questi ampi insediamenti.

Il vescovo Jesus Maria Aristin Seco spiega come molti dei giovani di queste comunità debbano affrontare enormi problemi. «Molti provengono da famiglie disgregate e non hanno una vera figura paterna o materna a cui guardare. Spesso vivono con i nonni o altri parenti. In conseguenza di questo senso di abbandono cercano spesso rifugio nelle bande, fenomeno che porta alla criminalità giovanile, al furto, all'abuso di alcol e droghe e alla promiscuità diffusa, che in molti casi li porta a contrarre l'AIDS». 

Nonostante queste difficili condizioni di partenza, l'apostolato vocazionale, introdotto ormai da qualche anno in vicariato, sta dando frutti autentici e ogni anno porta nuove vocazioni. La formazione del seminario è preceduta da una fase preparatoria di due anni, detta propedeutica, che permette a questi giovani di colmare le lacune della formazione scolastica generale prima di iniziare lo studio della filosofia e della teologia.

Attualmente sono 17 i giovani del vicariato che si preparano al sacerdozio. Dieci di loro sono ancora nella fase propedeutica a Yurimaguas, mentre i restanti sette sono già passati al seminario maggiore nella diocesi di Callao. Per il loro vescovo, la questione della formazione sacerdotale è uno dei compiti più importanti della diocesi. Il suo obiettivo è «formare dei veri pastori, che siano autentici discepoli missionari di Gesù Cristo, sull'esempio della Beata Vergine Maria». 

ACS intende sostenere questi 17 giovani nel loro cammino verso il sacerdozio e abbiamo promesso 7.700 euro per aiutarli nella loro formazione. Vuoi aiutarli anche tu?

Costruiamo una nuova casa parrocchiale per la parrocchia di Massiapo

Il presbiterio della Parrocchia del Corpus Domini a Massiapo, in Perù, è in uno stato terribile. È difficile credere che qualcuno possa davvero vivere qui. «Il cattivo stato dell'edificio è particolarmente problematico nella stagione delle piogge, e abbiamo davvero bisogno di costruire una nuova casa parrocchiale il più rapidamente possibile, in modo da poter fornire alle persone di questa parrocchia, che è territorio di missione, la migliore cura», scrive ad ACS il parroco don Jorge Munos Darwit. La parrocchia di Massiapo si trova nelle Ande a un'altitudine di oltre 3.000 metri. L’attività pastorale è ordinariamente molto difficile, e la pandemia l'ha resa ancor più difficoltosa. 

La nuova casa parrocchiale ospiterà lo stesso parroco, tre catechisti e altre due persone che lavorano soprattutto nell'apostolato giovanile. Dovrebbe anche essere in grado di accogliere ospiti occasionali, ad esempio il vescovo in visita per amministrare il sacramento della Cresima.

Don Darwit ha bisogno del nostro aiuto e ACS intende sostenerlo. Gli abbiamo promesso un contributo di 26.700 euro per la costruzione del nuovo presbiterio. Vuoi aiutarlo anche tu? 

Sosteniamo l'apostolato di 16 suore contemplative

Il Perù è stato duramente colpito dalla pandemia da coronavirus. Nonostante le restrizioni adottate a partire dal marzo 2020, a un anno di distanza vi erano più di 1,7 milioni di infettati e oltre 57.000 morti. La crisi economica del Paese e le tensioni sociali sono state ulteriormente aggravate dal Covid. C'è una povertà estrema nelle zone rurali e molte persone stanno emigrando verso le città, dove i problemi di tossicodipendenza e di famiglie disgregate abbondano.

La prelatura apostolica di Ayaviti si trova nel Sud del Paese e copre una superficie di oltre 32.000 kmq, con circa 300.000 abitanti e parti del territorio tra le più povere della nazione.

La Chiesa Cattolica sta affrontando molte sfide. Anche se circa l'85% della popolazione si dichiara cattolico, in molti si sono allontanati dalla Chiesa, in parte perché ci sono pochi sacerdoti, solo 20 per coprire le 21 parrocchie di questa vasta area. Mons. Kay Martin Schmalhausen, da aprile Vescovo emerito della diocesi, sa cogliere segni di speranza nella presenza delle suore contemplative dell'Ordine Trinitario. Le religiose, stabilitesi nella prelatura nel 2011, vivono una vita di clausura e, pur non essendo direttamente coinvolte nel lavoro pastorale, lo sostengono con la preghiera, la penitenza e la testimonianza della loro fede. Come ci scrive il Vescovo, «vediamo con gioia che le vocazioni alla vita di clausura sono in aumento e portano con sé maggiori benedizioni». E in effetti, il loro numero è cresciuto da appena 4 a 16 suore. 

Anche quest'anno il Vescovo ci ha chiesto di sostenere queste religiose nella loro vita e nel loro apostolato. Siamo stati felici di promettergli 4.360 euro.

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Sosteniamo le Serve del Piano di Dio

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In molte nazioni latinoamericane non esistono aiuti statali per i disabili. Molte famiglie, già povere, hanno pochissime possibilità di aiutare i figli sofferenti per handicap fisici o psichici. La giovane Congregazione delle Serve del Piano di Dio ha una speciale vocazione per la cura dei più poveri e bisognosi. Hanno istituito scuole per disabili, e oltre a ciò si dedicano agli anziani e ai malati. La Congregazione ha molte vocazioni, e molte giovani suore sono anche qualificati medici, avvocati, insegnanti e infermiere. Aiuto alla Chiesa che Soffre intende raccogliere 16.000 euro per sostenere la formazione di 31 giovani religiose presenti a Lima, capitale del Perù. Vuoi aiutarci ad aiutarle? Dona ora tramite il modulo sottostante, oppure utilizzando le altre modalità di donazione descritte nella pagina raggiungibile cliccando sul tasto rosso “Dona ora”. Grazie di cuore!

PERÙ. Aiuti per la formazione di 51 seminaristi di Arequipa

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Se vi fossero più sacerdoti queste percentuali sarebbero sicuramente molto diverse. Ciononostante la buona notizia è che in Perù ci sono sempre più vocazioni sacerdotali. Senza dubbio quello del Perù, in virtù della sua conformazione morfologica (da un lato le Ande, dall’altro la selva), non è un territorio agevole per l’opera pastorale. Le differenze fra le varie regioni sono grandi e vi è un abisso fra ricchi e poveri. Inoltre molta gente, come ad esempio i lavoratori nelle miniere, vive in condizioni di grande sfruttamento.   Ad Arequipa, la seconda città più grande del Paese, studiano con zelo e passione 51 futuri sacerdoti provenienti da 4 diverse diocesi peruviane. Ciò che li aspetta, conclusa la formazione, è un grande lavoro pastorale del quale hanno già un primo “assaggio” durante gli anni di formazione.   Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene anno dopo anno la formazione dei futuri sacerdoti di Arequipa ma, per far questo, ha costantemente bisogno della collaborazione dei propri benefattori.