Uganda. Nuovi studi di registrazione per un’emittente radio cattolica

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Per più di venti anni ci fu una sanguinosa guerra tra i ribelli del LRA, capeggiati da Joseph Kony, e le truppe governative. Questo lungo conflitto è stato una delle peggiori guerre civili registrate in Africa. Ci furono momenti in cui più della metà della popolazione del nord dell’Uganda viveva in campi di rifugiati (secondo le stime, circa 2 milioni di persone) per paura dei sequestri e dei massacri. Si calcola, inoltre, che i ribelli rapirono un totale di 30.000 bambini per utilizzarli come soldati e schiavi del sesso.   La Diocesi di Lira fu molto colpita dalla guerra civile e, adesso, insieme alla ricostruzione fisica è importante infondere nella gente valori e speranza. Qui svolge un compito importante l’emittente Radio Wa. Già durante la guerra civile, nel suo programma per l’infanzia Karibu (Benvenuti), ex bambini soldato informavano su come erano riusciti a fuggire e sulla loro nuova vita, per esortare i loro compagni di sventura a tornare insieme alle loro famiglie. Questi programmi si ascoltavano anche nella foresta e più di 1.500 bambini soldato riuscirono a fuggire perché Radio Wa li aiutò a credere in una nuova vita. Ciò fece talmente infuriare i ribelli che nel settembre del 2002 attaccarono l’emittente e le diedero fuoco. Tuttavia, l’antenna si salvò dalle fiamme e “Nostra radio” (così si traduce il nome dell’emittente) continua ancora oggi a trasmettere una programmazione destinata a contribuire alla pace e alla riconciliazione in Uganda.   Dal 2008 la situazione è stabile nel nord del paese, benché l’intento di ottenere un accordo di pace ufficiale fallirà, poiché Joseph Kony , che pose come condizione per le negoziazioni di pace che si elimini il programma per l’infanzia di Radio Wa, non è apparso per firmare. L’emittente, i cui fondi personali e materiali sono più che umili, presta un prezioso servizio alla popolazione. Così, ad esempio, ogni settimana si trasmette una serie radiofonica che affronta, in forma di intrattenimento, ma basata sulla dottrina ecclesiale e sui valori del Vangelo, temi importanti come l’AIDS, la violenza tra le mura domestiche, il matrimonio, la famiglia, l’alcolismo, il ritorno dai campi profughi, l’inizio di una nuova vita dopo la guerra, la ricerca della riconciliazione, ecc.   Inoltre, c’è un programma che informa sui pericoli della stregoneria, in cui ex stregoni raccontano come ingannavano la gente. Questo tema è importante, perché sotto il segno dei rituali magici – specialmente negli ultimi tempi – si sono registrati vari scarifici di bambini, spesso come mezzo per raggiungere il benessere. Soprattutto il dilagare dell’ AIDS ha fatto sì che alcune persone cominciassero a credere nella stregoneria, poiché pensano di aver contratto questa malattia mortale perché qualcuno li ha stregati o maledetti. L’emittente trasmette anche  programmi diretti alle donne e ai detenuti e, spesso, il Vescovo, mons. Giuseppe Franzelli, parla attraverso essa di questioni scottanti e temi di attualità. Inoltre, l’emittente trasmette in esterno; trasmette così le Messe, le celebrazioni, le cerimonie e gli eventi. Attualmente trasmette in un raggio di 200 chilometri e molte persone beneficiano della sua programmazione.   L’emittente radio opera in condizioni più che umili: l’edificio che la ospita sembra un garage. Data la sua importanza, a monsignor Franzelli piacerebbe ampliare la sua programmazione, ma per farlo manca molto spazio. L’ideale sarebbe che avesse due studi e una cabina per le trasmissioni in diretta e necesssiterebbe anche di più spazio per gli uffici. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha promesso di destinare 15.000 euro per l’ampliamento del prezioso dono di questa emittente.