Quattro ruote per un centro per bambini in fase terminale a San Pietroburgo

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Negli ultimi dieci anni, in Russia, oltre sette milioni di bambini sono morti a causa di diverse malattie. Un numero inimmaginabile di tragedie. Ma nonostante ciò, gli ospedali non sono ancora in grado di prendersi cura di tutti quei bambini senza più speranze di guarigione e delle loro famiglie. Quando un bambino è in fase terminale l’ospedale lo rimanda a casa, costringendo i genitori ad affrontare da soli non soltanto il dolore e la paura, ma anche innumerevoli problemi pratici.   Molte famiglie sono così povere da dover condividere la loro misera casa popolare. In un posto così è praticamente impossibile curare un bambino gravemente malato. Spesso il troppo dolore porta le famiglie a separarsi. Alcuni amici e a volte perfino i genitori si allontanano per l’incapacità di gestire la situazione.   Anche i piccoli fratelli e sorelle del bambino malato soffrono sia perché i loro genitori hanno poco tempo per prendersi cura di loro, sia perché vedono la sofferenza del loro fratellino o sorellina.   È pensando a tutti loro che nel 2003 un sacerdote ortodosso di San Pietroburgo, padre Aleksandr Tkachenko, ha deciso di creare una nuova struttura per accogliere i bambini in fase terminale. Padre Alksandr, che aveva frequentato un corso di specializzazione in Europa per cappellano d’ospedale, si rese conto che in Russia  c’era urgente bisogno di qualcosa in quest’ambito.   Il centro accoglie più di 300 bambini senza più speranza di guarigione e dona a loro e alle loro famiglie un affettuoso sostegno. Ai piccoli, generalmente malati di cancro, vengono somministrate cure che alleviano il dolore e migliorano la qualità di vita. I medici e gli psicologi fanno di tutto per regalare ai piccoli la possibilità di vivere, anche per poco, la loro infanzia con gioia.   Quando arrivano al centro, alcuni di loro sono talmente abituati alla solitudine, al dolore e all’isolamento che è molto difficile per gli operatori sociali coinvolgerli nei giochi e nelle diverse attività. Ma la straordinaria collaborazione tra medici, psicologi, assistenti sociali, sacerdoti e volontari riesce ad alleviare il dramma di questi bambini e delle loro famiglie.       La struttura ospita anche cavalli ed altri animali per la pet therapy. E il personale cerca sempre di sorprendere i piccoli con nuove e originali attività. Quest’anno hanno avuto la possibilità di vedere come si realizza un cartone animato. Il centro propone anche delle escursioni per i bambini e le loro famiglie: un po’ di gioia fra tanto dolore. “La cura di un bambino in fase terminale -  ci spiega padre Aleksandr –   è estenuante per i genitori. E hanno bisogno di momenti di respiro, altrimenti non possono farcela». Lo staff e i volontari assistono i piccoli pazienti ed i loro genitori 24 ore al giorno. E forniscono anche assistenza domiciliare, offrendo un sostegno materiale, pastorale e psicologico alle famiglie    “Alcuni bambini sono malati da molto tempo ed entrano in coma - continua padre Aleksandr – e noi non possiamo fare altro che pregare insieme ai genitori al loro capezzale”. I sacerdote racconta la straordinaria maturità dei suoi piccoli degenti. “Non sono io che gli parlo, sono loro che mi parlano della loro esperienza con Dio!”, spiega il sacerdote. “E, soprattutto, mi chiedono sempre di consolare i loro genitori. Pensano più ai loro cari che a loro stessi”.        Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene il centro per bambini terminali di San Pietroburgo fin dalla sua creazione. L’ultimo aiuto è stato il finanziamento di un pulmino per le per le cure a domicilio. Gli operatori assistono famiglie lontane anche 50 chilometri. E poi il pulmino servirà anche per le escursioni e per portare i bambini ai consulti medici, fisioterapici e psicologici. Padre Aleksandr vi ringrazia con tutto il cuore, anche a nome di tutti i bambini malati e delle loro famiglie!   Se volete sostenere un progetto come questo…  Fate un’offerta