Campi di riso e mais per l’auto sostentamento di 20 parrocchie nella Diocesi di Odienné

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Per molto tempo in Costa d’Avorio sessanta diverse etnie hanno convissuto pacificamente. Alla fine degli anni novanta, però, sono sorte numerose tensioni che hanno portato, nel 2002, allo scoppio della guerra civile. Il conflitto è durato fino al 2007, ma anche in seguito si sono verificati scontri e violenze.              Oggi ogni ivoriano cerca, con difficoltà, di ricostruire la propria vita. La Costa d’Avorio è il Paese  economicamente più forte Unione Economica e Monetaria Ovest-Africana, ma purtroppo oltre il 43% - e in alcune zone anche il 50% - dei suoi abitanti vive al di sotto della soglia di povertà.                 La Costa d’avorio è un Paese giovane: l’età media degli ivoriani non supera i vent’anni e quasi il 40% dei 22 milioni di abitanti hanno meno di quindici anni. I cristiani rappresentano poco più di un terzo della popolazione – i cattolici sono il 16,8% -, i musulmani sono il 31,4% e gli animisti circa il 35%.     La Chiesa Cattolica conta 15 diocesi, tra cui quella di Odienné, una diocesi giovane, situata nel nord est del Paese, che solo il prossimo anno celebrerà il decimo anniversario della sua istituzione. Nei tristi anni della guerra civile, il territorio diocesano era la roccaforte dell’opposizione e fu teatro di violenti scontri armati. E quando in seguito al termine del conflitto il Paese è stato diviso in due, per un periodo i ribelli delle Forze Nuove della Costa d’Avorio hanno occupato l’intera diocesi di Odeinné.                  Il vescovo, monsignor Antoine Kone è preoccupato per l’estrema povertà della popolazione.“Gli abitanti di quest’area – ci spiega – sono per lo più contadini che vivono di quel poco che dà loro questa terra arida. Solo chi può permettersi di comprare un trattore, dei buoi, delle sementi e dei fertilizzanti ottiene un raccolto decente. Ma tutto ciò è troppo costoso per i nostri poveri fedeli”. I cristiani vivono nella povertà più assoluta e di conseguenza, non hanno nulla da donare alle parrocchie.   Perciò il vescovo vorrebbe rendere le parrocchie autosufficienti attraverso progetti di auto- finanziamento. Quindi vorrebbe acquistare dei campi in cui coltivare riso e mais. “Così potremmo aiutare anche i poveri – aggiunge monsignor Kone – altrimenti come possiamo annunciare il Vangelo a uomini malnutriti e con lo stomaco vuoto?”.        Con soli 15.000 euro si possono acquistare campi e sementi per 20 parrocchie. È esattamente quanto abbiamo promesso.       Aiuta anche tu queste parrocchie a diventare autosufficienti. Fai un’offerta!