ACS è vicina ai bambini siriani

Care Benefattrici, cari Benefattori,

nei giorni scorsi mi sono imbattuto in una notizia diffusa da AsiaNews. L’agenzia informa che dall’inizio dell’anno almeno 62 bambini sono morti in due diversi campi profughi nel nord-est della Siria. La denuncia è contenuta in un rapporto di Save the Children che definisce «insostenibili» le condizioni nei centri di Al-Hol e Roj, al cui interno vivono decine di migliaia di sfollati, fra i quali circa 40.000 bambini. Le vittime fra i minori sono almeno due alla settimana. Fra le cause dei decessi vi sono malnutrizione, malattie, precarie condizioni sanitarie e incendi che di frequente scoppiano all’interno delle tende. Dall’inizio dell’anno due bambini sono stati assassinati.

A ciò si aggiungano altri due drammatici fronti aperti. Il diritto allo studio è negato, basti pensare che ad Al-Hol solo il 40% dei minori beneficia di un’istruzione scolastica. Inoltre la Siria è alla prese con una nuova ondata di contagi da Covid-19. Finora i vaccini sono stati somministrati solo al 2,4% della popolazione. «Il dato di occupazione delle terapie intensive», racconta Issam al-Amin, primario del Mouwasat University Hospital di Damasco, «ha ormai quasi raggiunto il 100%». Tutto ciò per i bambini (e non solo per loro) rappresenta un’ulteriore grave minaccia.

Purtroppo quanto avete letto ci viene quotidianamente confermato dai nostri fratelli siriani con i quali teniamo contatti continui.

Cosa possiamo e dobbiamo fare di fronte a questa situazione angosciante?

Aiuto alla Chiesa che Soffre, come sapete, è costantemente a fianco dell’infanzia siriana. Solo per fare alcuni esempi dei progetti finiti oggi sul mio tavolo, stiamo distribuendo latte per bambini e neonati a oltre 3.000 famiglie cristiane, a giorni forniremo a 30.000 ragazzi abiti per l’inverno in arrivo, stiamo garantendo ai minori sostegno psicologico e servizi sociali e assicurando lezioni private ai bambini che hanno difficoltà di apprendimento, anch’esse una delle conseguenze della lunga guerra.

Suor Annie Demerjian, una delle nostre instancabili collaboratrici ad Aleppo, ci scrive: «Durante tutti questi anni di guerra l’aiuto di ACS è stato un’ancora di salvezza per noi cristiani. Non abbandonateci!».

Non intendiamo farlo e, con il Vostro aiuto, vogliamo prenderci cura dei bambini e degli adolescenti siriani. Essi sono il futuro della comunità cristiana che vogliamo fiorisca, nonostante le conseguenze di un drammatico conflitto e la minaccia sempre costante di nuove persecuzioni.

Grazie di cuore per le Vostre preghiere e per la Vostra generosità,

 

Alessandro Monteduro
Direttore ACS-Italia