Gli aiuti di ACS agli ucraini raggiungono € 5 milioni

A cinque mesi dall'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) fa il punto sui progetti adottati: oltre 5 milioni di euro in aiuti d'urgenza e altre iniziative a sostegno della Chiesa cattolica di entrambi i riti nel suo sforzo di rimanere a fianco della popolazione sofferente. Oltre ai primi aiuti immediati, negli ultimi tre mesi, cioè da maggio a luglio, la fondazione pontificia ha stanziato ulteriori 2,5 milioni di euro. Con l'approvazione, avvenuta nel mese di luglio, di 34 nuovi progetti, il contributo per il 2022 ha raggiunto i 5 milioni di euro.

«Le peggiori conseguenze della guerra non sono immediate: gli effetti psicologici, spirituali, fisici e umanitari si faranno sentire in seguito. Solo Dio può sanare le ferite più profonde, ma noi cerchiamo di alleviare i bisogni più urgenti e sostenere la Chiesa locale. Grazie all'aiuto dei benefattori di ACS, sacerdoti e suore possono far fronte alla carenza di cibo, fornire prodotti per l'igiene di base e medicine per i numerosi sfollati interni, oltre a garantire supporto psicologico e spirituale a quanti sono traumatizzati dalla perdita della famiglia e della casa», ha affermato Thomas Heine-Geldern, Presidente Esecutivo di ACS Internazionale. 

Alessandro Monteduro, Direttore di ACS Italia, ha visitato diverse diocesi ucraine dal 3 all'8 maggio scorso. «I nostri contatti con le diocesi sono quotidiani, e ciò ci permette di approvare, con la opportuna flessibilità, i progetti che la Chiesa locale considera prioritari. I bisogni sono crescenti. La grande preoccupazione è l'arrivo dell'inverno, senza contare che a fine agosto si prevede un’ulteriore diminuzione della disponibilità di cibo e carburante», ha spiegato Monteduro. 

Grazie alla generosità dei benefattori di ACS presenti in tutto il mondo, la fondazione ha assegnato più di 5 milioni di euro in sovvenzioni approvate in più fasi. I progetti realizzati durante i primi cinque mesi di guerra includono:

3,2 milioni di euro di aiuti di emergenza e di sussistenza, così distribuiti:

  • 1,3 milioni di euro inviati a marzo, subito dopo lo scoppio della guerra, alle circoscrizioni della Chiesa in Ucraina per alleviare i bisogni più urgenti di ciascuna di esse
  • 800.000 euro di aiuti ai sacerdoti ucraini attraverso offerte per la celebrazione di Masse per coprire, ad esempio, le spese di soggiorno, viaggi e iniziative connesse alla loro opera pastorale-sociale
  • 650.000 euro destinati a 14 progetti per consentire a diocesi e ordini religiosi di accogliere e prendersi cura degli sfollati interni in parrocchie, conventi, seminari, ecc.
  • 450.000 euro di aiuti di sussistenza suddivisi in 17 progetti, in particolare per il sostentamento di religiosi e religiose, in particolare religiosi molto anziani o malati.

1,1 milioni di euro per un totale di 23 progetti di costruzione, riabilitazione e adeguamento di edifici. Esempi sono la riparazione del seminario di Vorzel, alla periferia di Kiev, devastato nella prima fase della guerra, e l'acquisizione di 17 gruppi elettrogeni.

600.000 euro per l'acquisto di 29 veicoli, un'esigenza prioritaria in questo momento, poiché gli aiuti umanitari devono essere trasportati per lunghe distanze su strade in pessime condizioni o distrutte.

100.000 euro per 21 piccoli progetti pastorali, ad es. 60 kit per le celebrazioni liturgiche nelle zone di guerra e altri progetti di formazione e pubblicazione.