Campagna Quaresima 2017: quaranta giorni speciali per sostenere l’infanzia dei bambini cristiani nel mondo. Ecco sei progetti per dare loro speranza!    

La parrocchia di San Giuseppe è una delle otto parrocchie della Diocesi di Yendi, nel nord del Ghana.Nel 1932 i Padri Bianchi Missionari iniziarono ad operare qui. La parrocchia, che ha sede nella città di Bimbilla, conta 4500 cattolici, mentre la maggior parte della popolazione è costituita da musulmani e da seguaci di alcune religioni tradizionali africane. Inoltre si contano anche alcuni protestanti e membri delle comunità evangeliche pentecostali.   La regione è povera ed abbandonata. Gli abitanti coltivano autonomamente ciò che serve a sfamare la propria famiglia. Non c’è un sistema di canalizzazione dell’acqua, per cui l’irrigazione dei campi dipende esclusivamente dalle precipitazioni piovane. Alcuni abitanti sono abili nella creazione di tessuti tradizionali, altri si cimentano nel piccolo commercio ma, per vendere le proprie mercanzie nei mercati, sono costretti a percorrere lunghe distanze. Molte donne piantano verdure da vendere poi per strada.   La Chiesa aiuta la popolazione ogni volta che può. Oltre alla pastorale, essa si occupa della scolarizzazione, della sanità e fa in modo che la popolazione disponga di acqua potabile, affrancando donne e bambini da lunghe marce sotto il sole per recuperare acqua da bere. Alle donne viene anche data la possibilità di imparare a cucire e preparare il pane, in modo che anche costoro possano contribuire agli introiti familiari. Nella diocesi di Yendi le donne godono di scarsa considerazione sociale: costoro, infatti, non possono possedere nulla e sono di proprietà dei propri padri e mariti – ci informa il parroco, P. José Kofi Sukpe. Ad alcune bambine il matrimonio, con uomini molto più grandi di loro, è imposto da piccole. Il valore di una donna risiede nel suo divenire moglie e madre.   La parrocchia di San Giuseppe è molto ampia: è infatti dislocata in 30 luoghi differenti. In uno di questi, Bilmado, tutto iniziò quando poche donne cominciarono a riunirsi per pregare. Col tempo sempre più persone si unirono a loro e venne eretta una piccola cappella in mattoni di fango che, però, ben presto risultò troppo piccola per accogliere tutti i fedeli. Il numero dei cattolici va via via aumentando: solo la scorsa Pasqua sono state battezzate 25 persone. Oltre al problema dello spazio, questa comunità di fedeli deve affrontare un’altra sfida, poiché la cappella è ridotta molto male: il parroco ci informa che, con le prossime piogge, i tetto rischia di crollare poiché acqua e termiti ne hanno danneggiato gravemente la struttura di legno e fango. I fedeli però sono molto poveri, e non possono sostenere tali spese. È per questo che Aiuto alla Chiesa che Soffre ha deciso di contribuire con 10.000 euro ai lavori per la cappella di San Pietro a Bilmado.