Aiutiamo la Chiesa in Tanzania!

Aiutiamo la chiesa in Tanzania

Le 19 parrocchie della diocesi di Tunduru-Masasi, nella Tanzania meridionale al confine con il Mozambico, comprendono circa 100.000 cattolici in un’area la cui popolazione è per l’85% islamica. Il vescovo mons. Filbert Felician Mhasi e i 34 sacerdoti debbono superare lunghe distanze fra villaggi pessimamente collegati per assicurare l’amministrazione dei sacramenti. Questi ministri di Dio non ricevono alcuna entrata regolare e vengono sostenuti dal cibo donato loro dai fedeli, anch’essi molto poveri. La situazione già ordinariamente precaria è stata ulteriormente aggravata dal coronavirus e da un cattivo raccolto.

Il vescovo, preoccupato per i propri sacerdoti, si è rivolto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). La fondazione pontificia ha promesso a mons. Mhasi di raccogliere offerte per la celebrazione di Sante Messe per un totale di 18.200 euro, corrispondenti a 520 euro per ogni sacerdote per un intero anno. Il vescovo e ognuno dei presbiteri celebreranno secondo le intenzioni dei donatori di ACS.

 

Zanzibar. Aiutiamo i sacerdoti a combattere l'estremismo

Immagine di Zanzibar. Aiutiamo i sacerdoti a combattere l'estremismo

Lo scorso gennaio la diocesi cattolica di Zanzibar ha celebrato il proprio 150esimo anniversario. La fede cattolica è stata portata nell’arcipelago semiautonomo dai padri Spiritani ed ora la locale comunità conta circa 13.600 fedeli, divisi tra le isole di Unguja e Pemba.

Un numero certamente esiguo che rappresenta appena l’1% della popolazione a fronte di un 98% di musulmani. I rapporti interreligiosi sono sempre stati buoni, sin da quando un secolo e mezzo fa il sultano Sayyed Majid bin Said accolse calorosamente i primi missionari.

Purtroppo però negli ultimi mesi vi è stato un notevole aumento delle tensioni interreligiose e il 17 febbraio scorso un sacerdote della diocesi, padre Evariste Mushi, è stato ucciso da alcuni fondamentalisti davanti alla cattedrale di San Giuseppe di Zanzibar.

«L’assassinio di padre Evariste – spiega il vescovo della diocesi, monsignor Augustine Shao - non rappresenta un fatto isolato, ma l’espressione preoccupante di un’ideologia estremista». Prima ancora dell’attentato molti esponenti del clero avevano ricevuto minacce e diverse Chiese erano state incendiate. Inoltre nei mesi scorsi è stato ferito un altro sacerdote, padre Ambrose Mkenda, e uno sceicco moderato che invocava il dialogo interreligioso è stato sfregiato con dell’acido.

Nonostante le difficoltà, la fede dei cattolici di Zanzibar è forte ed i 18 sacerdoti della diocesi hanno davvero un bel da fare, soprattutto per promuovere il dialogo interreligioso.

Abbiamo promesso a monsignor Shao di donare intenzioni di messe per i suoi sacerdoti.

Aiutate anche voi l’opera di questa Chiesa coraggiosa che pur minacciata continua a promuovere il dialogo. Fate un’offerta!

Sostegno alle Suore del Cuore Immacolato d’Africa

Sono 17 religiose anziane e malate appartenenti all’ordine delle Suore del Cuore Immacolato d’Africa. Alcune non riescono più alzarsi dal letto e dipendono totalmente dalle amorevoli cure degli altri. Chi può continua ad annunciare la Buona Novella secondo le sue possibilità, mentre le religiose che non possono più lasciare il letto, offrono la loro sofferenza a chi una volta riceveva il loro sostegno pratico e i loro saggi consigli.     L’ordine delle Suore del Cuore Immacolato d’Africa – nato quasi 60 anni fa in Tanzania – sostiene i più sofferenti, come i bambini disabili rinnegati dalle famiglie o che per vergogna vengono nascosti agli altri. In Tanzania la disabilità è ritenuta una maledizione o una punizione per una cattiva azione. Perciò è considerata una vergogna per la famiglia, qualcosa da nascondere.   Le suore accolgono anche le ragazze costrette a matrimoni forzati e quelle che hanno subito la cosiddetta “circoncisione femminile”, l’infibulazione, una brutale mutilazione genitale. Alcune volte le suore sono riuscite a far ragionare i genitori delle ragazze e a far cambiar loro idea. Altre volte le giovani sono ripudiate dalla famiglia e restano a vivere con le religiose che si prendono cura anche dei malati di AIDS e dei tossicodipendenti. Le suore vivono a stretto contatto con la popolazione locale, condividendone le preoccupazioni e le necessità.     Grazie ad Aiuto alla Chiesa che Soffre le religiose più giovani hanno iniziato ad allevare animali e a coltivare un orto. Così le consorelle più anziane possono bere del latte, mangiare le uova e, di tanto in tanto, un po’ di carne e verdura.Ma le suore hanno bisogno di un aiuto economico per comprare le medicine e sostenere altre spese mediche. Il loro è un ordine autoctono e quindi non possono contare sul sostegno di una casa generalizia all’estero.       Aiuto alla Chiesa che Soffre ha promesso 5.000 euro. Così le religiose anziane, malate e disabili potranno ricevere le stesse amorevoli cure che un tempo offrivano agli altri. Aiutateci! Fate un’offerta!  

Tanzania. Un mezzo per il seminario maggiore di Sant’Antonio a Ntungamo

Immagine di Tanzania. Un mezzo per il seminario maggiore di Sant’Antonio a Ntungamo
È notte fonda e qualcuno bussa alla porta del seminario maggiore di Ntungamo, nella diocesi di Bukoba, nel nord della Tanzania. Una donna sta per partorire e sono sorte complicazioni. È questione di vita o di morte e la donna deve essere portata subito in ospedale. In tutta la zona c’è solo un veicolo: il fuoristrada del seminario. E ancora una volta, ai collaboratori del seminario non rimane che pregare che quel fuoristrada, vecchio di 19 anni, non si fermi durante il percorso. Vista la condizione delle strade è un miracolo che non sia ancora successo.   Il fuoristrada non è usato solo per le esigenze del seminario. Spesso si trasforma in ambulanza per portare chi ne ha bisogno al più vicino ospedale, che dista ben sette chilometri. Ciò dimostra come il seminario non sia affatto isolato dalla comunità. Anzi, l’aiuto dei seminaristi, delle suore e dei sacerdoti del seminario è l’unico ricevuto dalla popolazione locale che vive in condizioni di estrema povertà.   Il vecchio fuoristrada ha salvato tante vite, ma consuma molta benzina (decisamente cara in Africa) ed è ridotto talmente male da non essere più sicuro. Meglio non pensare a cosa accadrebbe se si fermasse in una zona abbandonata con un malato grave a bordo.“Abbiamo urgente bisogno di un nuovo fuoristrada che ci permetta di continuare ad aiutare le vedove, gli orfani, le donne incinte e chiunque abbia bisogno, come abbiamo sempre fatto fin dalla fondazione del seminario nel 1964 – ha scritto ad ACS il rettore del seminario, padre Vitus Mrosso - Speriamo che questa umile lettera trovi un posto nel vostro cuore”.   E non dimentichiamoci che il seminario di Ntungamo è anche un luogo di formazione. Oggi sono 84 i seminaristi  - di 24 diocesi diverse  - che si prepararano al sacerdozio, seguiti amorevolmente da dieci sacerdoti e otto religiose.     Noi speriamo che vogliate accogliere la richiesta del rettore e abbiamo promesso 20.000 euro per un nuovo fuoristrada. Sosteneteci! Fate un’offerta            

TANZANIA. Un aiuto per la formazione di 26 novizie

Immagine di TANZANIA. Un aiuto per la formazione di 26 novizie
Da più di due anni gli abitanti della Diocesi di Moshi, nel nord-est della Tanzania, sono colpiti da siccità e scarsi raccolti. Molte persone mendicano a causa della fame. Il prezzo delle derrate alimentari aumenta quotidianamente. Ai più le cure mediche sono inaccessibili e, come se non bastasse, i medici degli ospedali pubblici sono spesso in sciopero. I poveri non possono nemmeno lontanamente sognare di essere curati in cliniche private.   Le Suore dello Spirito Santo aiutano la popolazione bisognosa: lavorano come educatrici nelle scuole dell’infanzia, come maestre ed infermiere. Nei centri di cura che costoro dirigono, curano anche quei pazienti che non possono pagare per i trattamenti ricevuti. Le suore stesse sono povere: ricevono un salario mensile di 55 euro se lavorano in ospedale o nelle scuole dell’infanzia, e da 10 a 45 euro se lavorano nelle parrocchie a sostegno del parroco. Per queste religiose la situazione non è facile: basti pensare che un litro di benzina o un chilo di riso costano più di un euro. Usano la macchina solo per le strette necessità lavorative ma, nonostante ciò, spesso non riescono ad avere i soldi per comprare la benzina. Come se ciò non bastasse, spesso ci sono cali di corrente per cui le suore devono attivare a mano un generatore a diesel.   Le religiose, oltre ai numerosi lavori che svolgono per servire il prossimo, devono anche provvedere alla propria sussistenza: lavorano i campi coltivando verdura e mais, allevano conigli, maiali e galline, e possono contare su un campo di banani. Con tutto ciò riescono a malapena e a coprire i costi del convento e non rimane più denaro per altre cose.   Attualmente questa comunità è formata da 26 novizie che devono essere introdotte alla vita religiosa ed acquisire contemporaneamente una formazione pratica affinché possano servire Dio, i poveri e la Chiesa. Durante la loro formazione seguono corsi di: Storia della Chiesa, Missionologia, Storia del proprio Ordine, Inglese, Psicologia, Antropologia Cristiana e Teologia Morale. Inoltre, poiché nella regione nella quale vivono sono presenti diverse etnie, le religiose devono conoscerne culture e modi di vivere.  Per di più, oltre a ciò, le suore acquisiscono importanti abilità pratiche.   Tale comunità non ha i mezzi per finanziare autonomamente la formazione delle 26 novizie. È per questo che costoro si rivolgono a noi con fiducia: Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pertanto deciso di stanziare loro un contributo pari a 10.000 euro, ossia 28 euro mensili per ciascuna novizia. Una piccola somma, però necessaria, affinché queste giovani donne della Tanzania possano seguire la chiamata di Dio e porsi al servizio dei più bisognosi.