UGANDA. Ricostruzione della casa incendiata delle Suore Missionarie a Jinja

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 Inoltre, gestiscono un’ ambulatorio mobile con il quale assistono le persone bisognose che non possono pagarsi medicinali né cure mediche. I prezzi dei medicinali sono molto alti, poiché quasi tutti si devono importare in Uganda.   Le religiose assistono mensilmente più di mille pazienti. Tra essi ci sono anche molti bambini denutriti, dato che molte famiglie sono talmente povere che i loro guadagni bastano per un solo pasto quotidiano.   La pappa di mais – che nella regione è l’alimento principale – contiene poche sostanze nutrienti; per questo i bambini presentano gravi carenze alimentari che, in molti casi, colpiscono lo sviluppo cerebrale. Le religiose aiutano le madri dando loro alimenti supplementari e informandole su come preparare un’alimentazione equilibrata. In più, hanno aperto una scuola materna e accolgono bambini disabili e bambine che hanno interrotto la loro formazione scolastica.   Il 10 giugno del 2011, due anni dopo essersi stabilite a Jinja, il destino ha colpito le religiose; alle sei e mezza del mattino. Le religiose e i bambini accolti pregavano nella cappella, quando un’impiegata gridò: “Fuoco!”.  Le religiose poterono solamente mettere in salvo se stesse e i bambini (tra essi, quelli disabili). In poco tempo tutta la casa ardeva tra le fiamme, e, davanti agli occhi delle religiose terrorizzate e dei bambini che piangevano, la casa era in preda al fuoco. Soltanto con il rapido intervento dei pompieri fu possibile salvare il secondo edificio. Il fuoco era stato provocato da un corto circuito nel cablaggio dell’elettricità.    I sacerdoti e i vicini fecero tutto il possibile per consolare e aiutare le religiose e i bambini. Suor Maria Goretti Quadros, la Superiora dell’ordine, scrisse poco dopo ad Aiuto alla Chiesa che Soffre: “Sono molto grata a queste buone persone per aver aiutato le religiose ad affrontare la catastrofe, appoggiandole con alimenti e accogliendole nelle loro case. Ringrazierò sempre il Signore che, con la Sua presenza protettrice, abbia salvato le nostre suore ed anche i bambini disabili e le bambine ospitati nella casa”. E continua: “Questo incidente ci ha incoraggiato a impegnarci ancora di più nella nostra missione, che è una grande sfida. Niente può distruggere i nostri obbiettivi a favore delle persone bisognose in questa parte della terra. Crediamo fermamente di poter superare questa tragedia con la fede in Dio e nella Sua grande compassione e provvidenza e con l’aiuto di persone buone e generose”.   Il 6 giugno 2012, un anno dopo la catastrofe, fu possibile inaugurare la nuova casa. I nostri benefattori hanno contribuito con 15.000 euro alla ricostruzione. Le religiose li ringraziano.