Perseguitati ma mai dimenticati: salviamo una generazione

Immagine di Perseguitati ma mai dimenticati: salviamo una generazione
  Migliaia di rifugiati cristiani riceveranno cibo, alloggi, strutture scolastiche e doni per i bambini, grazie al piano di aiuti straordinario per l’Iraq varato da Aiuto alla Chiesa che Soffre per un valore di quattro milioni di euro. È uno dei maggiori interventi sostenuti dalla fondazione pontificia in 67 anni di storia. I progetti – che includono anche il sostegno pastorale alle religiose e ai sacerdoti – aiuteranno gli oltre 120mila rifugiati cristiani a far fronte all’imminente inverno. Le comunità cristiane dipendono interamente dagli aiuti esterni e sono sostenute dalla Chiesa fin dal loro arrivo in Kurdistan. In molti hanno trovato rifugio ad Ankawa, sobborgo a maggioranza cristiana della capitale Erbil, mentre altri si trovano nella regione di Dahuk, vicino al confine con la Turchia. Sono passati ormai cinque mesi da quando migliaia di famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie case a Mosul e nella Piana di Ninive a causa dell’avanzata dello Stato Islamico. E con l’avvicinarsi dell’inverno le loro condizioni, già precarie, rischiano di diventare drammatiche. Ecco perché ACS – che nei mesi scorsi ha stanziato due contributi straordinari per un totale di 200mila euro – ha deciso di organizzare uno specifico programma di aiuti, che è stato studiato in loco da rappresentanti di ACS assieme a esponenti della Chiesa locale.   Il piano comprende:   - otto scuole prefabbricate – quattro sanno istallate ad Ankawa e quattro a Dahuk – che accoglieranno circa 15mila bambini, per un totale di due milioni di euro;   - forniture di cibo per i rifugiati, per un totale di 630mila euro;   - alloggi in affitto per rifugiati ad Ankawa e Dahuk, per un totale di 400mila euro;   - 150 strutture prefabbricate ad Ankawa, per un totale di 470mila euro;   - regali di Natale per 15mila bambini, che includono vestiti, matite, libri da colorare, oggetti devozionali e la Bibbia del Fanciullo di ACS, per un totale di 295mila euro;   - intenzioni di Messe per più di cento sacerdoti iracheni, molti dei quali sfollati a causa della crisi, per un totale di oltre 88mila euro;   - aiuti ai ventotto seminaristi del Seminario San Pietro di Ankawa, per un totale di 39mila euro. - contributi per le suore del Sacro Cuore, che sono dovute fuggire da Mosul, per un totale di 19mila euro; - donazioni al Babel College di Filosofia e Teologia di Ankawa, per un totale di 78mila euro; - contributi per permettere lo svolgimento della catechesi nelle venti parrocchie di Ankawa, per un totale di 38mila euro.     «Questa antica comunità rischia di scomparire per sempre – afferma padre Andrzej Halemba, responsabile internazionale ACS per il Medio Oriente – i cristiani hanno sofferto tantissimo e questa  per noi un’occasione unica per dare loro ciò di cui hanno bisogno per affrontare l’inverno». Grato del sostegno l’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Warda, ha voluto ringraziare ACS «per aver agito tanto rapidamente». Anche l’arcivescovo di Mosul, monsignor Emil Nona, un rifugiato come i suoi fedeli e da quando lo Stato Islamico ha conquistato la seconda città d’Iraq, non è mai potuto tornare a casa. «Sono personalmente grato ad ACS – afferma – perché ci ha donato la speranza».