Da sempre al loro fianco: aiuti ACS in Iraq

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Aiuto alla Chiesa che Soffre è accanto alla Chiesa irachena dal 1983. In questi anni abbiamo condiviso le preoccupazioni e cercato di alleviare le sofferenze di una comunità che ha visto il numero dei propri fedeli diminuire ogni anno di più. L’ultimo censimento realizzato, datato 1987, stimava il numero di cristiani in un milione e 400mila. Oggi ne sono rimasti appena 300mila e quest’ultimo doloroso capitolo rischia di far scomparire per sempre una comunità millenaria. I progetti di ACS hanno sempre cercato di rispondere alle esigenze dei cristiani per permettere loro di continuare a vivere in Iraq. Costruzione di chiese, intenzioni di Sante Messe per i sacerdoti, pubblicazione di testi religiosi, formazione di seminaristi, sacerdoti, religiosi e religiose. Purtroppo queste tipologie di sostegno hanno dovuto lasciar spazio agli aiuti necessari a far fronte alle sempre più numerose difficoltà quotidiane. E allora abbiamo donato pulmini, per permettere ai bambini di frequentare il catechismo in quartieri pericolosi, dove per un cristiano è rischioso perfino camminare per strada. E abbiamo donato veicoli per la pastorale, per permettere ai sacerdoti di assistere i propri fedeli. Abbiamo donato pacchi viveri ai tanti cristiani che negli ultimi anni si sono rifugiati nel Kurdistan iracheno e nel 2010, in seguito ad uno dei più tragici attentati ai danni delle comunità cristiana, abbiamo sostenuto le famiglie delle vittime dell’attacco alla cattedrale siro-cattolica di Bagdad. Negli ultimi cinque anni la fondazione pontificia ha donato alla Chiesa irachena circa 2,4 milioni di euro. Ma non ci siamo limitati al solo sostegno economico. Come è nel Dna di ACS non abbiamo mai smesso di denunciare le violenze e le discriminazioni subite dai cristiani iracheni. «Voi ci aiutate a portare la nostra situazione all’attenzione del mondo, voi siete la nostra voce nel mondo», ci ha detto recentemente monsignor Emil Nona, arcivescovo caldeo di Mosul. Quest’ultima tragica crisi ci ha visti ancor più stretti attorno alla comunità cristiana irachena. Appena 10 giorni dopo la conquista della prima città, Mosul, da parte dello Stato Islamico abbiamo donato 100mila euro. Poi ad agosto, dopo la presa di 13 villaggi cristiani nella Piana di Ninive, ACS ha stanziato un nuovo contributo di 100mila euro per far fronte alle esigenze degli oltre 120mila cristiani fuggiti nel Kurdistan iracheno. Anche in questi mesi non abbiamo mai smesso di dar voce alla sofferenza dei cristiani iracheni, attraverso interviste e testimonianze. Un altro prezioso sostegno offerto è stata la vicinanza nella preghiera. Il 6 agosto ACS ha indetto, assieme al patriarca caldeo Louis Raphael I Sako, una Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace in Iraq. Diversi rappresentanti di ACS hanno inoltre fatto visita ai rifugiati in Kurdistan, per mostrare loro vicinanza e per mettere a punto, assieme alla Chiesa locale, il piano di aiuti da 4 milioni di euro. Leggete l'intervista al responsabile internazionale ACS per il Medio Oriente, padre Andrzej Halemba UN PIANO CHE COL VOSTRO SOSTEGNO PERMETTERÀ AI CRISTIANI D’IRAQ DI CONTINUARE A VIVERE IN UNA TERRA CHE ABITANO DA SECOLI.