Costruiamo un centro per chi fugge da Boko Haram

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La Nigeria non è l’unico paese che soffre a causa delle violenze di Boko Haram. La setta islamista agisce anche in Camerun dove dall’inizio del 2014, nella sola diocesi di Maroua-Mokolo, sono stati uccisi 2 membri dello staff diocesano, 3 catechisti e 30 fedeli. «Eppure nessuno si cura del nostro dolore», scrive ad ACS il vescovo, monsignor Bruno Ateba. Accanto alle numerose vittime, il vescovo denuncia anche i molti rapimenti che spesso riguardano bambini e ragazzi tra i 5 e i 10 anni. Al pari di quella cristiana, la comunità islamica soffre gravemente a causa delle violenze. Da quando i musulmani hanno deciso di difendere i cristiani e di opporsi con forza a Boko Haram – racconta monsignor Ateba - molte moschee sono state incendiate e alcuni imam sgozzati». Gli attacchi terroristici hanno gravemente danneggiato le infrastrutture della regione – tra le più povere del Camerun – e la chiusura di 110 scuole e tredici centri sanitari. Migliaia di persone sono fuggite a causa delle violenze. La diocesi di Maroua-Mokolo ospita almeno 55mila sfollati che vanno ad aggiungersi ai tanti rifugiati giunti dalla Nigeria. Secondo il vescovo, oltre alle migliaia di profughi che vivono nei due campi allestiti a Maroua dall’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, migliaia di persone hanno trovato alloggio presso amici e parenti, mentre altre 22mila hanno trovato riparo nella boscaglia. Il vescovo ha chiesto il nostro aiuto e noi abbiamo promesso 15.000 euro per la costruzione di un centro pastorale per permettere a circa 5200 fedeli rifugiati nel campo Minawao di assistere alla messa e di ricevere assistenza pratica e spirituale.   Aiutate questa comunità in difficoltà!  Donate loro speranza.  Fate un’offerta!