In Siria, nonostante oggi alcune zone vivano una situazione di precaria tranquillità, in molti luoghi si combatte ancora e anche le comunità cristiane rimangono nel mirino. Ricordiamo, ad esempio, quanto accaduto ad al-Suqaylabiyah, un villaggio cristiano nella Siria nord-occidentale, colpito da missili qualche settimana fa.
Migliaia di siriani continuano quindi ad abbandonare il Paese e, anche nei luoghi dove si rifugiano, la nostra assistenza umanitaria con cibo e cure mediche, non conosce sosta.
Una delle mete di questi disperati è la Giordania dove a Karak, non lontana dalla capitale Amman, dal 1935 è attivo l’ospedale italiano delle suore comboniane. La struttura – che nella normalità cura 25.000 pazienti l’anno – era finanziariamente autonoma, ma il flusso tuttora ininterrotto di profughi siriani, costringe le suore a chiederci costantemente aiuto.
L’assistenza medica più urgente riguarda, in particolare, le partorienti, i neonati e i malati di gravi malattie croniche.
Queste infaticabili suore vogliono accogliere tutti coloro che hanno bisogno di cure.