Aiutiamo i giovani cristiani a conoscere e a difendere con forza la propria fede

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La popolazione del Pakistan è estremamente giovane. Più della metà dei 190 milioni di abitanti ha infatti meno di 25 anni e circa il 34% dei pachistani non ha ancora compiuto 15 anni. Anche i cristiani sono molto giovani, ma sono già costretti ad affrontare sfide durissime.

Rispetto ai musulmani – che rappresentano oltre il 96% della popolazione – gli appartenenti alle minoranze religiose sono spesso considerati cittadini di seconda classe e perfino la scuola contribuisce ad alimentare questo pregiudizio. Stando ai dati di un sondaggio condotto dalla Commissione per la Libertà Religiosa del dipartimento di Stato americano su un campione di insegnanti statali, soltanto il 60% considera gli appartenenti a minoranze religiose cittadini pachistani. Peraltro gran parte di questo 60% ritiene che un cittadino musulmano sia in ogni caso superiore.

Di conseguenza gli alunni cristiani sono discriminati e spesso subiscono forti pressioni da compagni e professori che cercano di convincerli a convertirsi all’islam. Nelle scuole pubbliche la religione islamica è l’unica a costituire materia di insegnamento, i ragazzi imparano che il Pakistan appartiene esclusivamente ai musulmani e spesso i libri di testo contengono offese nei confronti delle minoranze religiose. Non è inoltre raro che agli studenti – non musulmani compresi - sia assegnato un tema dal titolo:  “Scrivi a un amico una e invitalo a convertirsi all’Islam”. I rappresentanti della Chiesa locale hanno più volte chiesto al governo la revisione dei libri di testo, senza tuttavia ottenere alcun risultato se non qualche insignificante modifica.

Ecco perché è davvero fondamentale che i giovani cristiani apprendano ad essere orgogliosi della propria fede: una fede che in molti in Pakistan hanno pagato e continuano a pagare a caro prezzo. Come il ministro per le minoranze religiose Shahbaz Bhatti, ucciso per il suo impegno in difesa dei cristiani perseguitati e degli appartenenti a ogni minoranza religiosa.

Ma se vogliamo che i ragazzi difendano con forza la propria fede è necessario che la conoscano profondamente. Dal 1998 l’Arcidiocesi di Lahore organizza dei programmi di formazione continua rivolti ai giovani. Durante questi corsi gli allievi non apprendono soltanto le Sacre Scritture, ma imparano anche a conoscere le importanti personalità cristiane che hanno avuto un ruolo determinante nella storia del Pakistan, alle quali purtroppo non si fa alcun accenno nei testi scolastici.

In questi 16 anni il programma ha già portato molti frutti alla Chiesa pachistana. Molti ex alunni sono infatti divenuti sacerdoti, religiosi e religiose e tanti altri partecipano attivamente da laici alla vita della Chiesa. “I giovani sono la nostra speranza e il nostro futuro”, ci scrive il padre Cappuccino Shahzad Khokher, responsabile della pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Lahore.

 

Abbiamo promesso 10mila euro. Aiutate anche voi il futuro di questa Chiesa perseguitata. Fate un’offerta!

 

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