Domande frequenti - FAQ

 

Le risposte alle domande più frequenti su Aiuto alla Chiesa che Soffre


Cos’è "Aiuto alla Chiesa che Soffre"?

È un’organizzazione cattolica fondata nel 1947 ed eretta a Fondazione di diritto pontificio da Benedetto XVI nel 2011. Si articola in un Segretariato generale con sede in Germania e in 23 Sezioni presenti in altrettante nazioni, tra cui l'Italia.

Cosa significa che ACS è una "Fondazione di diritto pontificio" e cos'è ACS Italia?

"Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) è una pia Fondazione autonoma che, a norma del diritto dello Stato della Città del Vaticano, gode di personalità giuridica civile vaticana. Essa opera in nome della Chiesa (nomine Ecclesiae) ed è posta sotto la giurisdizione della Santa Sede attraverso l'autorità competente, e cioè la Congregazione per il Clero.  
ACS Italia sotto il profilo del diritto civile italiano è una persona giuridica privata, mentre sotto il profilo del diritto canonico è la sezione italiana dell'omonima Fondazione di diritto pontificio "Aiuto alla Chiesa che Soffre”. 

Cosa significa "ACS" e perché nel logo è scritto "ACN"? 

"ACS" sta per "Aiuto alla Chiesa che Soffre". "ACN" sono le iniziali della denominazione internazionale della nostra Fondazione pontificia, "Aid to the Church in Need", denominazione che, tradotta in italiano, diventa appunto "Aiuto alla Chiesa che Soffre".

Qual è il significato del logo di ACS?

Il logo di ACS rappresenta il mondo diviso in due e raffigura il conflitto fra persecuzione e miseria, da un lato, e giustizia, pace e libertà, dall'altro lato. La Croce, simbolo della Chiesa, diventa una freccia che supera il muro di tenebre grazie all'opera evangelizzatrice.

Cosa fa ACS?

ACS sostiene e protegge i fedeli cristiani ovunque siano perseguitati, oppressi o nel bisogno. Lo facciamo attraverso la preghiera, l’informazione e l’azione. Per “azione” si intende un insieme di progetti, in particolare: 

    • formazione di sacerdoti, religiosi e religiose
    • aiuti per il sostentamento di religiosi e religiose
    • formazione alla fede dei laici
    • aiuti di emergenza in situazioni di guerra, fuga dai conflitti, violenza e catastrofi naturali
    • costruzione e ricostruzione di chiese e infrastrutture per il culto
    • mezzi di trasporto per il servizio pastorale
    • distribuzione di Bibbie, libri religiosi e supporti multimediali
    • patrocini
    • sostegno ai media per la diffusione della fede.
Una menzione particolare riguarda la celebrazione delle Messe da parte di sacerdoti perseguitati o poveri secondo le intenzioni dei benefattori. 

Cosa si intende per «Chiesa»?

Per Chiesa si intende «il popolo che Dio convoca e raduna da tutti i confini della terra, per costituire l'assemblea di quanti, per la fede e il Battesimo, diventano figli di Dio, membra di Cristo e tempio dello Spirito Santo» (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica). Molti tuttavia, quando parlano di “Chiesa”, intendono la sola Gerarchia cattolica oppure lo Stato della Città del Vaticano. Ricordiamo che quest’ultimo è un ente sovrano di diritto pubblico internazionale, distinto dalla Santa Sede. La Chiesa Cattolica svolge la sua missione sia tramite le varie Chiese particolari e locali, sparse nel mondo, sia tramite il suo governo centrale, costituito dal Papa e dagli Organismi che lo coadiuvano, designati con il nome Apostolica o Santa Sede. Lo Stato ha la singolare caratteristica di strumento dell’indipendenza della Santa Sede e della Chiesa cattolica da qualsiasi potere costituito in questo mondo. 
(Per approfondire la struttura della Chiesa Cattolica si suggerisce di consultare il Catechismo della Chiesa Cattolica disponibile online sul sito https://www.vatican.va/).

Ma la Chiesa soffre?

La nostra missione consiste nell’aiutare quella parte del popolo di Dio che vive e soffre nelle nazioni in cui vi è persecuzione, discriminazione o povertà. 

Quanti sono i cristiani perseguitati?

Non è possibile “censire” i cristiani perseguitati. Sappiamo tuttavia che attualmente i cristiani che vivono in Paesi in cui vi è la minaccia della persecuzione in odio alla fede sono oltre 307 milioni.

Perché la Chiesa chiede aiuto? Non dovrebbe limitarsi ad aiutare?

Fin dai suoi inizi, la Chiesa ha sempre offerto aiuto alle persone nel bisogno. Oltre alla sua missione pastorale, la Chiesa è impegnata a finanziare organizzazioni che operano nel settore dell’assistenza sociale e a sostenere quelle che sono più in difficoltà in molte aree di crisi. Ma c’è una cosa che molti non sanno: la Chiesa stessa spesso ha bisogno di un aiuto urgente, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e in quelli colpiti dalle migrazioni di massa interne, dalla persecuzione o dai disastri naturali.

Chi effettua donazioni ad ACS?

ACS riceve donazioni solo da benefattori privati. La nostra Fondazione non riceve infatti alcun finanziamento pubblico.

Nel mondo ci sono tante organizzazioni caritative. Che differenza c’è fra loro e Aiuto alla Chiesa che Soffre?

A differenza della maggior parte delle organizzazioni caritative che si occupano di bisogni sociali, Aiuto alla Chiesa che Soffre si dedica al sostegno delle comunità e delle Chiese locali, promuovendo così la virtù della carità cristiana.


Come funziona la “macchina” di ACS?
 


Come vengono impiegate le donazioni?

La Fondazione pubblica annualmente un Rapporto dell’attività di ACS Internazionale e la Scheda riepilogativa relativa alla Sezione italiana (ACS Italia). Entrambi sono consultabili nel nostro sito web alla pagina https://acs-italia.org/bilanci-acs

Come posso aiutare ACS?

Con la preghiera e con le donazioni. La preghiera sostiene la carità, e la carità può assumere la forma di una o più offerte che ACS utilizzerà per finanziare progetti realizzati sotto la responsabilità dei Vescovi presenti nelle nazioni in cui vi è persecuzione, conflitto o povertà. 

Voglio donare. Posso godere di benefici fiscali? 

Sì, perché ACS Italia è ONLUS e transiterà nel Terzo Settore. In particolare:

le persone fisiche:

    • possono detrarre dall’imposta lorda un importo pari al 30% delle erogazioni liberali in denaro, per un importo complessivo massimo di 30.000 euro annui;
    • in alternativa possono dedurre dal reddito complessivo netto le donazioni effettuate nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato (qualora la deduzione sia di ammontare superiore al reddito complessivo dichiarato, diminuito di tutte le deduzioni, l’eccedenza può essere computata in aumento dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di imposta successivi, ma non oltre il quarto, fino a concorrenza del suo ammontare);

gli Enti e le Società:

possono dedurre dal reddito complessivo netto le donazioni effettuate nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato (qualora la deduzione sia di ammontare superiore al reddito complessivo dichiarato, diminuito di tutte le deduzioni, l’eccedenza può essere computata in aumento dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di imposta successivi, ma non oltre il quarto, fino a concorrenza del suo ammontare).
(d. lgs. 3 luglio 2017 n. 117, art. 83)
 

Da donatore, come dovrò comportarmi all’atto della presentazione della dichiarazione dei redditi?

Per chi intende avvalersi della dichiarazione precompilata

    • Aiuto alla Chiesa che Soffre trasmette all'Agenzia delle Entrate i dati riguardanti le donazioni ricevute a partire dal 2021 per consentire il godimento dei benefici fiscali previsti dalla legge. 
    • Per effettuare la trasmissione dei dati abbiamo bisogno del codice fiscale del benefattore. 
    • Qualora la donazione sia effettuata attraverso un conto cointestato è inoltre necessario che sia indicato il donatore effettivo e il relativo codice fiscale. In assenza di tali elementi l’importo delle donazioni non potrà essere comunicato all’Agenzia delle Entrate e quindi non sarà presente nella dichiarazione precompilata. 

Per chi si avvale del servizio del commercialista o di altro professionista abilitato

    • Il benefattore dovrà consegnare, per ogni donazione, ricevuta del versamento bancario o postale; in caso di carte di credito, debito o prepagate dovrà consegnare l'estratto conto attestante la donazione; nel caso di donazione tramite PayPal (solo per Messe) dovrà fornire la relativa ricevuta.
    • Qualora nella ricevuta del versamento non sia indicato che il beneficiario dell'erogazione liberale è Aiuto alla Chiesa che Soffre ONLUS, il benefattore dovrà fornire al professionista anche la ricevuta rilasciata da ACS; tale ricevuta potrà essere richiesta annualmente a partire dal gennaio dell’anno successivo a quello cui si riferiscono le donazioni da detrarre o dedurre (contatti per la richiesta: serviziobenefattori@acs-italia.org - 06 6989 3911). 
    • Ricordiamo infine che è opportuno iniziare la causale di ogni donazione con le seguenti parole: «Erogazione liberale». 

ACS parla spesso di “libertà religiosa”. Cosa significa?

«Ogni uomo ha il diritto e il dovere morale di cercare la verità, specialmente in ciò che riguarda Dio e la sua Chiesa, e, una volta conosciuta, di abbracciarla e custodirla fedelmente, rendendo a Dio un culto autentico. Nello stesso tempo, la dignità della persona umana richiede che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la propria coscienza, né impedito, entro i giusti limiti dell'ordine pubblico, di agire in conformità ad essa, privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata» (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 444).

Cos’è il Rapporto di ACS sulla libertà religiosa nel mondo?

Il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo è uno studio pubblicato da ACS ogni due anni per descrivere il grado di rispetto e il livello di violazione del fondamentale diritto alla libertà religiosa nei 196 Paesi sovrani del pianeta. L’obiettivo della ricerca è tenere accesi i riflettori sugli ostacoli incontrati da quanti intendono vivere pacificamente la propria fede. Oltre alla necessaria attenzione alle vittime, il Rapporto approfondisce le cause della persecuzione o discriminazione e denuncia l’identità dei responsabili, anticipando nella misura del possibile le tendenze del prossimo futuro. Il testo non limita il proprio esame alle violazioni ai danni dei cristiani, e dei cattolici in particolare, ma abbraccia le dinamiche persecutorie e discriminatorie sofferte nell’ultimo biennio dai credenti di ogni religione. Pubblicato per la prima volta nel 1999, il Rapporto viene consultato non solo dalle gerarchie ecclesiastiche ma anche da diplomatici e politici, ricercatori e giornalisti.